venerdì 26 agosto 2016

la tua voce scolora

IX.


a ottobre, novembre sempre
la voce tua scolora
anche prima
non mi ricordo bene il suono
- le tue labbra
i nei
i tuoi ricci neri 
quelli sì -
tutto vedo, sento
ma la voce, quella
scolora
fonde
con altre voci
 cugine
mi fa sbagliare
dubitare
di me
del mio amare te.


quando tornerai, i bambini grideranno
- gridano sempre al tuo ritorno
ci sarà chiasso
il sole il caldo
le galline
il mio cuore impazzito
mitraglierà il cielo
-una grandinata di colpi


tu prendimi il viso
tra le mani
non dire niente
poi dici
“sono tornato”
io chiudo gli occhi


parlami in silenzio
entrami dentro

ri-conosciamoci


martedì 9 agosto 2016

Se sapessi scrivere ti scriverei una poesia d’amore


VIII.

se sapessi scrivere ti scriverei una poesia d’amore
ma scrivere non so, perciò penso
non ti scrivo
non ti scrivo cose
che non devono stare nelle poesie d’amore.


i soldi non bastano
- non si parla di soldi nelle poesie, lo so
ma questa non è una poesia -l’ho già detto
i soldi non bastano
i permessi non arrivano
e io non so come fare a portarvi qui
ed è tutto un affannarmi
una coda
al consolato
l’ambasciata
i controlli
le impronte digitali
tutto difficile da capire
(mi porto sempre dietro un vecchio
qualcuno che parli la lingua).


amore, presto ritorno
ho preso un biglietto 
- da cascina gobba col bus
poi non ho capito
ma ti prometto che arrivo (c’è un tale di ouarzazate che già è tornato
mi farà da guida lui)


quando ti dicevo che volevo invecchiare con te
non pensavo che con te avrei passato solo la vecchiaia
(e ancora: chissà se almeno quella
la passeremo insieme):
io te e i bambini
ormai chi sono io per loro
per te?
(meglio che non ci pensi).


l’altra notte ho sognato dei cani
che vi leccavano il viso
e non restava più niente 
- né gli occhi, né il naso, né la bocca
e io non vi riconoscevo
e voi non mi vedevate
ma eravate felici lo stesso
ridevate e
giocavate coi cani senza di me.


***

Ispirata al film My name is Adil, così potente da farmi tornare la voglia di scrivere.

mercoledì 3 agosto 2016

Hafid lo zoppo è arrivato all’imbrunire

VII.

Hafid lo zoppo è arrivato all’imbrunire
i bambini a corrergli incontro, 
- lo sporco della faccia
rigato dal sudore
le urla.
E’  arrivato su un carretto di zucchine
aveva borsoni e valige
regali
e vestiti per Aicha
le scarpe da ginnastica
il pallone per Mahmoud
aveva i pennarelli
i jeans
gli occhiali per la nonna
-la nonna ha pianto.


Hafid è tornato all’imbrunire
con una specie di sasso
dice: “Si chiama conchiglia
se ascolti dentro
ci senti il mare.
Abbiamo ascoltato dentro
e c’era la voce del mare
c’erano i pesci
c’eran le navi
c’erano i gamberi i pescicane
c’erano i morti
-non portarmi una conchiglia quando torni, amore, no.


C’è fermento nell’aia
hanno ammazzato il capretto
i bambini ballano
“E papà quando torna?”
mi chiede Zineb
“Presto - dico- presto, inshallah”.
Dico “presto” e sorrido
mento
so di mentire
mento?
non so più niente
torna
io dico
torna presto
e lo dico a me stessa
lo prego e lo spero
torna.
non ho voglia adesso di festeggiare.

***

Ispirata al film My name is Adil, così potente da farmi tornare la voglia di scrivere.