domenica 31 luglio 2011

cose di nessun interesse (se non per me)

gigi –il mio coinquilino- è in camera sua a guardare uno speciale su amy winehouse. chiedo asilo per vederlo anche io dato che non ho la tv e m’appallottolo sul suo letto, ottenendo pure un cuscino in prestito.
sentiamo un paio di canzoni ma poi cambiamo canale dato che sul cinque c'è E.T. che è già ricoverato e meno male che non l’ho visto quando era nel torrente tutto rugoso secco e grigio perché lì piango sempre (piango anche dopo, ma in quella scena piango proprio da strozzo in gola).
E.T. e il suo amico elliott stanno su due lettini vicini tutti pieni di fili e di tubi e elliott prega l’extraterrestre di non lasciarlo, ma si vede che E.T. sta malissimo e infatti poi muore.
elliott allora si strappa tutti gli elettrodi e grida disperato e a quel punto a me viene, puntuale, il magone, come quando ero piccola. quella per me è la rappresentazione dell’andarsene dell’Altro senza possibilità di replica, è l’andarsene senza salutarsi: non la reggevo allora quella scena e non la reggo oggi, trent’anni dopo.

mercoledì 27 luglio 2011

genti che si vedono #2: ricami

ero su quel tram di istanbul, quello che taglia a meta la città, quello che passa davanti a sultanahmet e a santa sofia e ai venditori di pannocchie. stavo su quel tram tanto moderno e ariacondizionato che ogni volta che ci salivo mi sembrava di essere ad amsterdam, ma su un talgo, uno di quei treni spagnoli così refrigerati che i turisti ci viaggiano con l’imodium stretto tra le dita. ero su questo tram e andavo verso la città vecchia dal ponte di galata, quel ponte coi pescatori appiccicati, col mercato della griffe tarocca nel sottopassaggio e i grigliatori di pesce sulla riva.

mercoledì 20 luglio 2011

falsi miti sulle api nella città di genova

ci sono dolori che rimangono senza voce, scoppi in petto soffocati, morti gridate in bocche tappate.
la parola non avanza, non si fa, non si offre precisa per raccontare quella cosa lì, quella cosa che non vuole dirsi.
genova per me è uno di quei dolori.
io genova non la so raccontare.
sono dieci anni che ci provo, dieci anni che ogni volta ci rinuncio.
io le parole per raccontare genova non le ho ancora trovate, ma mi ci provo sempre, di continuo, nella speranza di fare un esorcismo potentissimo e liberatorio.

martedì 19 luglio 2011

genti che si vedono #1: pesci fuor d'acqua

sono gemelle, arrivano sempre insieme e discutono zitte sulla porta. non proprio zitte zitte: una discute zitta, l’altra fa grugniti di gola come sotto un cuscino. muove le dita veloce, quella che grugna, fa segno due, fa segno pallina, cucchiaio, bicchiere, mangiare. la zitta scuote i capelli di miele, fa segno di no. fa segno palline, tira in fuori la lingua, leccare. il cono, vuole il cono.

domenica 17 luglio 2011

in versi inversi: mancamenti

I.
gli occhi sul comodino parcheggiati
trentadue ore su ventiquattro
divelti
sempre aperti
nelle notti come i giorni
tutte uguali tutti uguali
i giorni come le notti
tutti con lo stesso frigo vuoto.
è tutto un vuoto
sono giorni pieni di vuoto
sono giorni esplosi di vuoto.

sabato 16 luglio 2011

aspettano e stanno

sono giorni che mi dico che prima o poi se ne andrà, ma no, non si muove.
mi sta di fronte la mattina appena sveglia, mentre faccio colazione, me la trovo alle spalle mentre mi lavo i denti, mi segue al lavoro e sulla strada di casa.
è una donna magra coi capelli lunghi e scuri.
sta curva, gli occhi a fissarsi le unghie dei piedi.
indossa solo una camicia da notte.
ogni tanto si strappa le pelli smangiate delle dita.
è come un fantasma che aspetta, ma non è un fantasma e non so che cosa aspetti.
io la guardo e non dico niente.
lei non mi guarda, solo resta.

io non so cosa posso fare per lei o forse sì, lo so, ma non lo voglio fare.

ho la testa piena di gente che spinge per farsi raccontare.
a volte è bello, a volte no.

mercoledì 13 luglio 2011

il sergente vaporella e i racconti a quattro mani

qualche giorno fa ricevo un messaggio su facebook da una certa giulia meli.
io guardo la foto e penso: “ignota”.
accetto raramente amicizie da gente che non conosco, per un semplice motivo: sono vagamente paranoica e l’idea che sconosciuti guardino le mie foto o leggano certi miei pensieri mi imbarazza e mi mette a disagio.
siccome ho la memoria di una gallina lobotomizzata, domando sempre a chi mi contatta se ci conosciamo. appurato che non ci conosciamo direttamente ma che si tratta –normalmente- di un lettore di uno dei mie blog, spiego non accetto richieste di amicizia da chi non conosco, salvo rari casi in cui ci si scrive prima per un po’ e si ha così la possibilità di “conoscersi” un minimo entrambi. tutti capiscono.
ma questa giulia il tempo ti intavolare tutta ‘sta tarantella non me lo dà.

sabato 9 luglio 2011

ma tu lo sai dov'è l'australia?


a mia nonna Adriana, che vorrebbe andarci,
e a Monica, che ci andrà.




- ma tu lo sai dov’è, l’australia?
- sì che lo so. no, non è vero: non lo so.
- lo sai che non è l’austria, che è un altro paese?
- sì, eh! sono mica scema!
- mh. lo sai che è dall’altra parte del mondo, sì?
- ahhh! no, non dirmelo, non dirmelo! lo so che è lontana fés, lontana tanto, ma non lo voglio sapere quanto!
- però ci vai. a vivere.
- sì.
- mh.

*

mercoledì 6 luglio 2011

schegge di novità

tempo fa, attraverso la lettura di qualche blog o tumblr, scopro l’esistenza di uno spazio virtuale che mi piace tanto assai: barabba.
su questo blog fanno un sacco di cose interessanti e divertenti, tipo scegliere un tema e chiedere ai lettori di scriverci su dei racconti, che poi loro li pubblicano e, se ci hanno voglia, a volte ci fanno pure delle raccolte che diventano degli ebook o dei libri proprio di carta vera. la raccolta più fica, secondo me, è  “schegge di liberazione” e ha per tema la Resistenza.