giovedì 15 dicembre 2011

di armadilli, iguane, caffè e broccoli.

sabato è venuta a trovarmi dall'italia chiara, la mia amica che accetta sempre qualsiasi invito. mi ha portato in regalo un libro che desideravo tantissimo, “La profezia dell’armadillo”, di Zerocalcare. 
domenica mattina ho cominciato a scrivere un post da pubblicare qui. l'attacco era così:

“ieri, prima di andare al ristorante, ho iniziato a leggere “La profezia dell’armadillo”, il libro di Zerocalcare. pessima mossa: ho trascorso la serata col desiderio pungente di tornare a casa a riprendere la lettura. mentre mangiavo pollo al curry e involtini di riso avvolti in foglie di vite pensavo a quei disegnini buffi e ogni tanto dentro mi si muoveva qualcosa, una risata, che non potevo esplodere.
fatto ritorno all’ovile a tempo record, mi sono impigiamata e ho finito di leggere il librillo verso le due di notte, a letto. in stanza con me c’era chiara, l’amica che mi ha portato dall’italia il fumetto, completo di dedica. ridevo accanto a lei, a scoppi che finivano immancabilmente in rantoli di tosse e temevo di svegliarla. quasi ogni risata a petardo era seguita da un magone, leggero o di piombo, come un piccolo pegno da pagare. magoni di tenerezza, di tristezza profonda o di empatia assoluta. 
ogni risata aveva il gusto del caffè buono, quello forte che ti rimane in bocca a lungo, che continui ad assaporare anche dopo essere uscito dal bar, per strada, quello che ti stampa in faccia un sorriso soddisfatto.”

il post continuava con la descrizione dei magoni. era una cosa che c’entrava coi broccoli nei centrifugati di frutta e verdura che stanno prendendo piede qui, ma poi ho lasciato perdere perché il paragone col broccolo mi sembrava infelice e ho pensato che poi avrei fatto vergognare Zerocalcare, come fanno i suoi amici sulle scale che "te giuro che quello se scopa i cani! l'ho visto io!" (cit.).
continuavo a pensare a cosa mi ricordavano quei magoni, ma non ho trovato la similitudine perfetta.

ho lasciato il post in standby per tre giorni, non lo faccio mai. riuscivo solo a pensare: “quei magoni sono come...come...” ma non mi veniva in mente nulla di appropriato. questa cosa mi stava mandando ai matti.
ho trovato solo un aggettivo: imprescindibili. quei magoni sono imprescindibili. 
in una vita vera ridi, se sai fare dell’autoironia soprattutto, ma i magoni ti vengono sempre su, a tradimento (come il broccolo crudo nel centrifugato, appunto: per quello mi sembrava una similitudine appropriata seppur infelice). 

Zerocalcare racconta cose di vita sua in compagnia del suo armadillo immaginario, cose di fatiche piccole e grandi di tutti i giorni, imbarazzi, disagi, ansie. cose di tutti, penso. mie, di sicuro.
in questo libro si ride tanto e ci si immalinconisce abbastantemente: per questo lo ritengo un libro prezioso, perché sono poche le persone che sanno creare questa magia, con le parole e coi disegni.

io, a Zerocalcare, gli volevo bene dai tempi de il canemucco, dove lo avevo letto per la prima volta.
adesso, dopo questo libretto e questa dedica con Ivano, gliene voglio ancora di più.
e mi dispiace di aver ordinato solo quattro copie da regalare agli amici a natale perché sono sicura che questo sarà il regalo più apprezzato che farò.

*

le copie de "La profezia dell'Armadillo" destinate alla vendita via web sono andate esaurite. è prevista una ristampa a breve. per il momento potete trovarlo qui .

questo è il sito di Zerocalcare e questa è una delle storie apparse su il canemucco.

quella qui sotto invece sono io con Ivano. come potete vedere, Zerocalcare mi ha disegnata magra: penso che lo abbia fatto perché ha capito che, facendo così, le femmine ordinano un sacco di copie del suo libro. però fa lo stesso, essere disegnati magri è sempre una bella sensazione. ivano invece è preciso-preciso, anche se lui si è lamentato dicendo che nella sua realtà immaginaria ha gli addominali più marcati.







nota: ho deciso infine, a distanza di giorni, di pubblicare questo post solo perché Zerocalcare mi ha detto che gli era piaciuto e che era contento. io credo che i suoi amici lo facciano vergognare davvero molto. 

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