venerdì 19 agosto 2011

per sempre finché dura

- tu non hai capito niente. tu devi fare come ho fatto io.
- e come hai fatto?
- gli ho chiesto quanto avrebbe voluto farla durare.
- che cosa?
- la nostra storia.
- e lui che ha detto?
- ha detto “per sempre”.
- eccerto.
- ma siccome “per sempre” è uguale a “finché dura” gli ho chiesto di essere più preciso.
- e quindi?
- quindi ha detto che "per sempre" era ancora due, tre mesi. quattro, se contavamo le feste.
- beh, onesto.
- assolutamente.
- e allora?
- allora passata l’epifania l’ho fatto a pezzi.
- come, a pezzi?
- l’ho fatto a pezzi e monoporzioni. poi l’ho messo sottovuoto. e congelato.
- …
- siamo a ferragosto e ho ancora il freezer pieno d’Amore per almeno un annetto: con una porzione piccola vado avanti anche due giorni.
- hai capito…!
- eh, cara mia, a saperlo per tempo, che certi amori han da finire, uno si organizza, da non rimaner sprovvisto.
- eh già.
- eh già.

mercoledì 10 agosto 2011

non basta

non basta
in un frullare di ciglia scambiarsi
i mondi sommersi
-i capodogli e le tane dei castori,
i pesci piccoli e le rane nello stagno-.
non basta mischiarsi le visioni,
i baci nei respiri, la saliva
e il seme con le uova.
non basta tutto questo a dire
ti ho riconosciuto
non basta per dire
amore mio da sempre
mio ritrovato amore.

martedì 9 agosto 2011

di luce lucia (seconda parte)

sono le otto e ventidue, fuori dal bar c’è afa e sole e asfalto che squaglia.
c’è giovanni con l’odore di axe mischiato a quello di sacher e di sudore adolescenziale.
ma soprattutto fuori c’è la moto di barletta.
se fuori c’è la moto di barletta significa che dentro c’è barletta e questo è un problema.
barletta non assomiglia a al pacino, barletta è al pacino. barletta è così figo che non deve chiedere a nessuno di fargli un pompino, barletta i pompini se li fa direttamente da solo e quando non se li fa è per non darsi la soddisfazione: così, a sfregio.

giovedì 4 agosto 2011

di luce lucia

sì, lucia, sì.
dai lucia, dai, dai, dai.
lucia che fa una O piccola e allungata con la bocca e gli prende la lingua tra le labbra, i seni morbidi di lucia – due marshmellow- che sgusciano fuori dalla canottiera -dio sì, sì, dai- la farfalla azzurra del perizoma in cima al culo a panettone mignon di lucia –dio così, così- il culo di lucia sollevato davanti a lui come un regalo appena scartato, come una festa –più piano, più piano- il culo di lucia abbronzato senza costume -più piano, più piano, cristo!- la bocca di lucia aperta poco, gli occhi di lucia che lo guardano all’insù, inginocchiati in basso –dai dai dai!- i capelli di lucia…
“gioooooovaaaaannni! è tarti, muoviti! la madonna ti vede e s’addolora a sapere quello che fai sotto i lenzuola! esciti!”

martedì 2 agosto 2011

la pace tra i popoli

stanotte ho fatto un sogno, anzi, ne ho fatti tanti, mi sono venuti in mente pian piano durante il giorno.
in uno ritrovavo una cosa che sto cercando da una settimana, ero così contenta che non smettevo di baciarla. stranamente, quando mi sono accorta che non era vero niente sono rimasta contenta lo stesso, anche se meno.
poi ho fatto un altro sogno, ho sognato la tetta perfetta.
vedevo questa tetta illuminata dal sole e avevo la percezione distinta di essere di fronte all’idea platonica di Tetta.
questo Universale di tetta avrebbe messo d’accordo tutti: amanti della tetta piccola, di quella rotonda, a coppa di champagne, all’insù, a pera, a goccia, a bocciolo, da farne un boccone in un bacio minuscolo.
era un sogno di Pace, uno di quelli che ti svegli e pensi che fai dei sogni importanti, da complimentarti con te stessa e dirti brava, che filosofeggi almeno nel sonno, brava.