lunedì 25 marzo 2013

uccellicane




sono impermeabili neri col cappello ed il becco.
come streghe altissime e goffe, le teste chinate,
hanno gambe di stecco
che al pensiero del vento si spezzano
o spariscono.

sono forze di uccello gli uccellicane,
hanno occhio e pazienza di cane.
ti guardano senza guardarti
si muovono immobili
ti parlano zitti
nell’immobilità smigrano, nell’esserci vanno.

il primo uccellocane esce da un sogno,
da una macchina in fumo.
io lo guardo, l’uccellocane,
gli dico: chi sono quelli che tu sei?
dove stanno quelli dal cuore a perline,
quelli delle segrete parole?

l’uccellocane è i morti
l’uccellocane è il silenzio di stare da soli.
sta zitto l’uccellocane e mi guarda senza gli occhi.
dice tutto zitto
dice la verità e il giusto.

l’uccellocane ti può mangiare il cuore in un boccone
ti può succhiare il respiro
ma poi è buono e non lo fa.

mai devi avere paura degli animali di buio
mai devi temere le cose di scuro.






Fabio Visintin è l'autore del gioiellino qui sopra. 
Un giorno ho dato a Fabio alcuni miei scritti, a lui sono piaciuti e ha deciso di dare alle mie parole i colori che cercavo. Io e Fabio non ci conosciamo, nemmeno virtualmente, eppure lui, a partire dalle mie poche parole, è in grado di disegnare posti in cui sono stata con l'immaginazione, riempiendoli di vita, come se ci fosse già stato.




domenica 24 marzo 2013

se tu apri la bocca poco




se tu apri la bocca poco
come a farci entrare
un bacio piccolo di lingua
io ci infilo dentro
tutti i pesci minuscoli del mare
tutti i pesci dagli occhi di biglia spalancati.

se tu apri la bocca poco
io ci soffio dentro
tutte le luci sottili
a rischiarare gli abissi
sotto la tua pelle.

apri la bocca piano
apri la bocca nello zitto profondo
succhia
tutto il silenzio
degli animali minuscoli
dei movimenti piccini.

apri la bocca poco
aprila piano, aprila
nel nero dell’acqua
poco

apri la bocca piano
aprila
poco poco
aprila.




(avere dentro tutti i pesci del mondo di mare
non è cosa di schifo
o di viscido
è cosa di sentirsi senza un confine
è cosa che poi ti puoi addormentare).











Il capolavoro qui sopra è, ancora una volta, di Fabio Visintin che ha deciso di dare forma e colore alle mie parole. A mio parere, questo è un lavoro perfetto, che si combina armoniosamente col mio testo, ma lui sostiene che non sia ancora "completamente a fuoco" e che si tratti solo "passi di avvicinamento": prepariamoci alla meraviglia, a quanto pare non sono sola nel mio perfezionismo.



martedì 5 marzo 2013

Uomo con lumicino e animale femmina



 - con voce sottile, dal fondo, chiamarti, immensa -




Dimmi, dove  sei, dove vai con quel tuo lumicino?


Lo senti questo silenzio, questo caldo nel ventre
 che lascia bagnata la pelle, 
che fa discostare le cosce? 


Qua sotto è una ressa, di animali che scalciano
che parlano una lingua muta
 di rosso di oro che brilla
antica, sul fondo.



Dimmi, li senti, tu? Li vedi anche tu, col tuo lanternino?



E' arrivato il momento di lasciare entrare le bestie,


spalancare le imposte sul fondo


sul nero



l'abisso



e scendere




entrare
  




più giù






più giù





più giù.





Vieni dentro anche tu

ora

vieni col tuo luccichino
vieni dentro di me

- grandissima e nera e infinita e femmina -

vieni dentro di me

vieni, tu

adesso


ora.






Illustrazione onirica di Fabio Visintin, disegnatore che, col suo bianco e nero, mi ha ridato le parole, dopo avermi lasciata senza.