sabato 25 giugno 2011

in strada (terza parte)

ho contato duecentosette formiche e la serena è ancora su.
claudio è andato a prendersi un mottarello e la dani è dovuta salire a studiare che domani ha l’interrogazione.
io vado in bagno perché ormai mi sono proprio fatta un po’ troppa pipì nelle mutande e ho bagnato lo scalino.
entro in casa e per un attimo non vedo niente e tutto mi sembra nero e ghiacciato coi pallini. ho un brivido dalla testa al sedere e mi scappa tutta la pipì lungo una gamba. corro in bagno, gocciolo nel corridoio e mi arriva un coppino prima di arrivare al water.
te se miga buna de farla int al bagn cuma i cristian, la pissa?



sì, ma nonna, la serena vuole buttarsi dall’ottavo piano, ho fretta.
dì alla serena di non fare l’oca, che ho pulito le scale e il cortile stamattina e che se si butta mi tocca pulire di nuovo.
mi cambio i pantaloncini e le mutandine ed esco.
serena, ha detto mia nonna di non fare l’oca che se ti spiaccichi sporchi e poi le tocca pulire.
cosa?
ha detto mia nonna che ha appena pulito, che non devi buttarti.
adesso non grida più, la serena. quando non grida e piange è peggio. infatti adesso ha scavalcato il balcone e si tiene solo con le mani alla ringhiera, ha fatto passare le braccia tra le sbarre come se tenesse uno zainetto a mezza schiena e sta coi piedi in punta di balcone.
piange che non la si sente ma si capisce che piange.
sono giù solo con la silvia e la susanna.
adesso ho paura davvero e non spero più che si butti.
mia nonna e la signora ines sono uscite a vedere. parlano a bassa voce tra di loro.
sono tutta sudata sulla schiena e ho freddo.
la susanna piange, la silvia dice adesso fa come quello della metro.
le orecchie mi fanno fiiiiiiiiiiii fortissimo.
fa caldo, troppo, mi scoppia la testa.
ormai bim bum bam me lo sono perso.
tutti stanno zitti.
la serena continua a piangere.
non mi piacciono le giornate con la sorpresa.

torna claudio con la faccia sporca di mottarello e il pallone sotto il braccio.
claudio da grande farà il portiere della juve e infatti già adesso si veste con i vestiti della juve. parla poco perché tutti lo prendono in giro perché ha la z e la s come paperino.
claudio guarda su e vede la serena che piange muta, poi guarda giù e vede tutti immobili, nessuno che grida, neanche i grandi.
claudio dice
che cashzo fai, shzerena, shendi che she muori chi cashzo ce la prende la palla nei bochsh?
eh?
shzerena, cashzo, shendi!
cosa? scendo? mi butto?
no! con l’ashenshore shendi, shema!
perché?
‘coddio. non capishce niente queshta qui. la palla, shzerena! sholo tu ci puoi prendere la palla dietro il cancello!

la serena ha capito. ci pensa un po’. poi guarda lontano, forse ha visto le montagne in fondo.
tira dentro una gamba, poi l’altra.
tutti la fissano dal basso, anche il signor eugenio che di solito dorme.
grida la serena: addio, mondo crudele! e scappa verso l’ascensore.
dopo un minuto la serena scende bella sorridente, noi applaudiamo e quando esce dal cancello l’abbracciamo e lei ride.
per festeggiare andiamo tutti dalla signora agnese e la serena ci offre le patatine san carlo e la fanta e dice signora agnese, segna.
dopo poco arriva sua madre di corsa, noi siamo tutti felici, io le corro incontro e le dico la serena è sopravvissuta, guarda!
lei le va vicino, l’abbraccia e poi le tira due schiaffi che la spettinano tutta e le dice non provarci più disgraziata, che se mollo un’altra volta il lavoro così, quelli mi ammazzano, disgraziata.
poi la mamma della serena vede le fanta, vede le patatine san carlo, vede me che non compro mai niente perché sono povera e chiede chi ha pagato?
la serena dice nessuno, ho lasciato da segnare, festeggiamo.
allora a quel punto la mamma della serena fa lo scatto del gatto, prende la serena per i capelli e le dice sei proprio una figlia stronza e la porta a casa tirandola per un braccio.

guardo la serena che viene trascinata via e piange e ride insieme. un po’ mi dispiace ma un po’ mi fa anche ridere.
chiudo gli occhi.
tutto è tornato normale, mi è passato anche il mal di pancia.
ascolto il rumore fortissimo che fanno le patatine sotto i denti, faccio finta di essere uno schiacciasassi.
c’è fresco e ombra, i tavolini sanno di pulito di ammonica.
dentro il sacchetto delle patatine san carlo c’è un pacchettino con la sorpresa.
non voglio sapere cosa c’è dentro, lo do a claudio senza neanche aprirlo.

sorrido.
forse stasera mio nonno mi compra la coppetta.

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