venerdì 16 settembre 2011

smoke on the water

vi ricordate che un po’ di tempo fa vi ho raccontato di quella ragazza-sergente che mi ha invitato a partecipare a un concorso con un racconto a quattro mani?
ecco, siamo arrivate quarte.
su quanti? dice.
indovina.
trentamila?
no, beh, meno! 
tremila?
ma no, era una cosa piiiiiccola…
trecento?
sì, spartani. no, siamo arrivate quarte su diciassette. ecco, l’ho detto.
dice
diciassette fa neanche una classe elementare. 
però diciassette per due fa trentaquattro, mica pigne.
eh beh, vero.
son soddisfazioni.
come no!



insomma, io e giulia meli -sergente col frustino nonché barista dello starbooks coffee - abbiamo tirato fuori un raccontino che si intitola smoke on the water e che trovate qui.

abbiamo iniziato con una serie di incipit buttati giù di getto. su sette, ne abbiamo portati avanti cinque e, di questi cinque, uno solo ha visto la parola “fine”.
per lavorare abbiamo creato una cartella condivisa nella dropbox e ogni mattina era emozionante andare a vedere cosa l’altra ci aveva messo dentro durante la notte. era una cosa tipo cassetta della posta, no anzi, tipo il calendario dell'avvento con le sorpresine minuscole dentro.
non avevo mai scritto un racconto con qualcun altro, non con questa modalità.
giulia si è dimostrata – oltre che capace- flessibile e molto paziente con me. ci tengo a sottolineare il molto, di paziente.
la dinamica tra me e lei era (ed è tuttora, nelle nostre chat quotidiane) più o meno questa:
io: no! fa schifo! non ce la farò mai! perdonami se ti faccio perdere tempo! scusami, davvero… dio che figura ti farò fare! lasciami perdere, non sono in grado.
lei: finito? bene, proseguiamo.
io: ok.
e giù a scrivere.

io non sono brava come lei a fare quella cosa lì, che non ho capito cos’è, ma so che la fa bene. quando capitano a lei i momenti down io non riesco a farci niente, anzi, a volte, se possibile, l’affondo ancor di più. roba che riesce a riprendersi solo con sacchi da dodici chili di patatine fritte e olive all’ascolana, dice.
e mi dispiace perché io, a giulia meli, anche se non l’ho mai vista, ci voglio bene.

commenti da gruppo di auto-aiuto a parte, mi sono divertita. 
e vorrei poter dire di aver imparato da giulia a buttarmi di più senza censurarmi di continuo, ma no, non è vero. per ora ho capito che viaggiare col freno a mano tirato non è proprio astuto, ma sono una persona prudente, si sa, e penso che se ha funzionato così fino adesso, perché cambiare? in realtà mi caco sotto e giulia lo sa, ma adesso non stiamo ad approfondire la questione o riattacco con le sceneggiate napoletane e non c’è nessuno qui a salvarmi (salvarmi da me stessa, come dice lei).

per concludere:
scusa giulia meli se non ti aiuto nella lotta al colesterolo, e grazie, assai, per tutteccose. 


1 commento:

  1. >>io, a giulia meli, anche se non l’ho mai vista, ci voglio bene.

    Anche a me?
    :D

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