a casa mia non ci si vuole mai fare preoccupare, allora se ti spacchi una gamba non telefoni subito a casa per avvertire, no, aspetti almeno di essere uscito dal pronto soccorso.
una volta uscito aspetti ancora un po’, che pensi che se mamma ti vede col gesso, le viene un infarto.
poi pensi al giro di chiamate che di norma parte subito dopo la comunicazione della notizia e a tutte le spiegazioni che dovrai dare al parentado (come hai fatto, ma quando, ma non dovevi essere al lavoro a quell’ora, no, nonna, mi hanno cambiato i turni) e aspetti. qualche giorno.
uno di quei giorni però succede che mamma ti viene a trovare a casa a sorpresa e tu l’accogli con le stampelle e a quel punto lei si incazza e quando mamma si incazza (succede una volta ogni dieci anni, un po’ meno se ti viene un brufolo e non metti i manifesti) diventa peggio dell’idra di lerna.
mia mamma si incazza se non le dici le cose, però poi lei è quella peggio di tutti noi: lei non ti dice niente, mai.
ieri notte mia mamma mi scrive una e-mail in cui mi chiede come sto e mi racconta che ha visto un libro per bambini che le ha ricordato il mio libro preferito di quando ero piccola, il bruco raimondo, e allora mi ha pensato. mi ha detto che era dispiaciuta di aver dato a mia cugina tantissimi anni fa quel libro visto che poi lei me lo aveva fatto a pezzi e allora si è informata e il bruco raimondo è del settantasei, magari da qualche parte lo si trova ancora, se lo trovo te lo compro.
va bene, mamma. anche se di anni adesso ne ho trentatrè, va bene. so cosa sono i sensi di colpa, sono la regina dei sensi di colpa: vai e cerca il bruco raimondo, se ti fa stare meglio, penso.
epperò invece poi le chiedo semplicemente il perché di tutte queste ansie e malinconie e lei stamattina mi risponde, ma no, niente, cose così…e poi sai, oggi non sarà una giornata tanto leggera, oggi ci dicono se licenziano o mettono in cassa integrazione.
oggicidiconoselicenzianoomettonoincassaintegrazione.
così me lo scrive, liscia.
così me lo scrive, liscia.
chissà da quanto lo sapeva, che oggi non sarebbe stata una giornata tanto leggera, però non mi ha detto niente, per non farmi preoccupare.
alle dieci le mando un sms: hai saputo qualcosa?
risposta: ancora nulla.
gli piace, a quelli della ditta di mia madre, creare la suspance.
mica che hanno detto: alle undici vi diremo chi da domani è senza lavoro. o alle dodici o all'una o alle quattro. no: gli hanno detto semplicemente “domani”, che uno così fa tempo a morire migliaia di volte.
io lo so come ha fatto oggi mia madre, che lei è la regina dell’Ansie Molteplici e Riunite.
mia mamma stanotte non ha dormito, per questo mi ha scritto tardissimo, poi stamattina si è fatta la doccia, ha bevuto il caffè e ha cercato di nasconodere le occhiaie con un po’ più di fondotinta. non ha fatto in tempo a comprare la repubblica da maxia, ma maxia gleila terrà per la sera, per quando torna. poi è andata a prendere la macchina e le tremavano le mani e uscendo dal parcheggio le hanno suonato e lei si sarà spaventata che mia mamma si spaventa per tutti i rumori, poi con lo sguardo di animale selvatico è andata al lavoro, come tutti i giorni, ma più agitata e selvatica degli altri giorni.
ha iniziato ad aspettare e ha continuato a farlo per ore.
gli piace, a quelli della ditta di mia madre, creare la suspace.
mesi fa, avevano minacciato i licenziamenti a muzzo e tutti hanno gridato: ohhhh! nooo!
e allora, ta-dan! facciamo il patto di solidarietà: rimaniamo tutti, anche chi non fa un cazzo e lo stipendio lo sbafa da mò e andava licenziato il secolo scorso, rimaniamo tutti, lavoriamo meno ma tutti.
a ‘sto giro, che è primavera, i capoccia hanno pensato di fare un send-away anziché un give away: licenziamenti o cassaintegrazione.
licenziamenti o cassaintegrazione?
non è dato di sapere, che la suspance, l’abbiamo detto, a loro ci piace.
nel frattempo la gente mormora. mandano via lui, lei no di sicuro, lei per forza, lui tanto ci ha la moglie architetto che fa un sacco di soldi e chissenefrega se rimane a casa.
nel frattempo si mangiano le unghie, le pellicine fino a farsi sanguinare le dita, si pensa al mutuo, ai bambini che vanno a scuola, alla macchina.
si pensa all’altra che come cazzo ce la porto a cortina, si pensa al nido che come lo pago a mattia il secondo anno, si pensa a jana che mi tocca licenziarla e adesso chi me le stirerà le camicie diobono, che mia madre è artritica.
c’è chi ma io me ne sbatto, meglio, me ne sto a casa, prendo i soldi e mi trovo un lavoro in nero, faccio i capelli, faccio le cerette a casa che sono brava.
c’è chi io mi ammazzo, c’è chi io lo ammazzo, c’è chi io li ammazzo tutti e poi mi ammazzo io, anzi no, vaffanculo, io dopo scappo in messico.
a noi ci piace la suspence.
1 sms ricevuto
da: mamma
ore: 13.12
testo: "fioccano lettere. sul mio piano: restiamo in pochi. per il momento non sono ancora stata nominata".
non. ancora.
gli piace proprio, a quelli della ditta di mia madre, creare la suspace.
Io tua mamma me la ricordo poco, l'unica volta che in una delle rimpatriate post vacanza ho avuto la fortuna di vederla a Milano, portava delle ciabatte improponibili a forma di piedoni (se non ricordo male). Questo le è valsa tutta la mia stima in questi anni e la mia vicinanza in questo particolare periodo. Se avrai occasione e se si ricorderà di qualcuno dei tuoi amici della montagna, diglielo, mi farebbe piacere. Nel frattempo fammi sapere com'è andata.
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