giovedì 23 giugno 2011

in strada (prima parte)

la serena ha il muso da scimmia, i denti tutti marci e gli occhi azzurri come quelli del gatto di sua nonna.
è magrissima che sembra un ragno, solo lei può passare attraverso le sbarre del cancello dei box, perciò è sempre lei che va a prendere la palla quando finisce di là perché nessuno ha la chiave dei box visto che nessuno ha la macchina.
ogni volta che passa attraverso le sbarre io ho paura che le rimanga incastrata la testa e lei fa sempre un po’ finta di rimanere bloccata ma poi invece ce la fa sempre a liberarsi.
se rimane incastrata bisogna chiamare il fabbro, ma mia nonna che fa la portinaia dice che se la serena rimane incastrata le taglia lei la testa per farla passare, che il fabbro non lo paga, che gliel’ha detto mille volte alla serena di non fare quel gioco.
mia nonna non capisce che non è un gioco ma una cosa che ci serve per recuperare la palla visto che lei non vuole aprirci il cancello col telecomando e poi è anche un esercizio per quando la serena sarà grande e partirà col circo togni per fare la contorsionista, quindi è già un po’ un lavoro, secondo me.
quando è quasi estate e nel cielo ci sono le rondini che alla sera fanno i cerchi e gridano, mio nonno a volte mi dà duecento lire per andare a comprare un ghiacciolo in latteria dalla signora agnese.
io vorrei sempre prendere la coppetta metà panna e metà cioccolato, ma quella costa cinquecento lire che sono un soldo di carta e quindi non si può prendere.
la serena invece prende un sacco di gelati tutto il giorno, prende sempre il variegato all’amarena che costa mille lire o il calippo o perfino la bomboniera che è un gelato di lusso che si mangia solo al cinema.
la serena prende tutti questi gelati e poi dice che paga la mamma.
una volta l’ho fatto anch’io e mia nonna, quando lo ha scoperto, mi ha urlato in dialetto per un’ora e quando urla in dialetto  vuol dire che è proprio arrabbiata. mi ha anche messo in castigo, mi ha tolto furia e la casa nella prateria e allora le volte dopo non ho più detto che pagava la nonna, guardavo la serena che mangiava il variegato e basta.
lì ho capito che la serena è ricca mentre noi siamo poveri.
la serena può prendere tutte le merendine e le pizzette e gli estatè che vuole senza pagare. può anche prendere i boeri che tanto sua madre non le dice niente. ne mangia sei o sette di fila poi a volte ne vince tre o cinque e poi inizia a ridere. a volte me ne offre uno perché è generosa, la serena.
la serena fa tutti i giorni la colazione dalla signora agnese col cappuccio e la brioche, come i grandi.
la serena è piccola ma vuole fare la grande, infatti si mette il rossetto, lo smalto e il profumo e si trucca gli occhi. i maschi le dicono puttana e lei risponde tua sorella quella bagascia. a volte dopo piange.
quando alla sera mia madre torna dall'ufficio io sono contenta e l’abbraccio, la serena invece, quando arriva la sua, scappa a nascondersi dietro le macchine. sua mamma fa il giro dei negozi della via, parte dal fruttivendolo, poi va dalla signora agnese e alla fine dalla signora maria. la serena la guarda da nascosta e, quando ha finito il giro, sua mamma, che si muove lenta come se ondeggiasse, fa uno scatto come i gatti e la prende per i capelli e a quel punto la serena non ha speranze. sua mamma la grida e le tira le orecchie e la pizzica e le dice io ti ammazzo, dice adesso facciamo i conti,  non sono mica la banca d'italia, dice quando arriva tuo padre ti mena.
la serena urla e le risponde che è una stronza bugiarda, così le dice, stronza bugiarda a sua madre. le dice che è una stronza bugiarda perché non è vero che suo padre torna, non torna mai neanche a natale, deve sempre lavorare.
il papà della serena è un muratore che sta in un palazzo pieno di poliziotti. vive insieme ad altri muratori che devono costruire le case e che finché non avranno finito non potranno tornare dalle loro famiglie. anche la jessica e carmelo hanno il papà muratore che sta chiuso in quel palazzo e una volta alla settimana vanno a trovarlo.
il mio papà non fa il muratore, fa l’impiegato. se fai il muratore i tuoi figli possono lasciare il conto nei negozi, se fai l’impiegato no.
anche io vorrei il papà muratore anche perché così a cena potrei vedere i puffi e non il telegiornale e dopo potrei guardare tutti i film, anche quelli di paura o quelli con le donne nude, e potrei vederli interi fino alla fine, non andare sempre a letto alle nove.

(continua)

1 commento:

  1. carino :) vorrei sapere quanta verita' ce ne qui e quanta fantasia :P baci

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