sono
impermeabili neri col cappello ed il becco.
come
streghe altissime e goffe, le teste chinate,
hanno
gambe di stecco
che
al pensiero del vento si spezzano
o
spariscono.
sono
forze di uccello gli uccellicane,
hanno
occhio e pazienza di cane.
ti
guardano senza guardarti
si
muovono immobili
ti
parlano zitti
nell’immobilità
smigrano, nell’esserci vanno.
il
primo uccellocane esce da un sogno,
da
una macchina in fumo.
io
lo guardo, l’uccellocane,
gli
dico: chi sono quelli che tu sei?
dove
stanno quelli dal cuore a perline,
quelli
delle segrete parole?
l’uccellocane
è i morti
l’uccellocane
è il silenzio di stare da soli.
sta
zitto l’uccellocane e mi guarda senza gli occhi.
dice
tutto zitto
dice
la verità e il giusto.
l’uccellocane
ti può mangiare il cuore in un boccone
ti
può succhiare il respiro
ma
poi è buono e non lo fa.
mai
devi avere paura degli animali di buio
mai
devi temere le cose di scuro.
Fabio Visintin è l'autore del gioiellino qui sopra.
Un giorno ho dato a Fabio alcuni miei scritti, a lui sono piaciuti e ha deciso di dare alle mie parole i colori che cercavo. Io e Fabio non ci conosciamo, nemmeno virtualmente, eppure lui, a partire dalle mie poche parole, è in grado di disegnare posti in cui sono stata con l'immaginazione, riempiendoli di vita, come se ci fosse già stato.
io avevo paura degli animali di buio...
RispondiEliminama dopo gli uccellicane non più
elia_pippi