fuori, blu:
il cielo liscio,
ricamato
dai cerchi urlati delle
rondini -
dentro, grigio:
il tuo volto in un
ovale,
su quel tavolo che non
c'è più.
era cento anni fa, ero
cento anni più giovane
là, nella casa nostra,
dei figli nostri appesi alle pareti.
dicevo: “bevi”
e ti annaffiavo gli
occhi
e la bocca
e tutto ti coprivo, con
l'acqua mia inesauribile
e femmina.
sfiorivano i ciliegi e
rifiorivano
e sulla lingua tua
germogliavano parole sconosciute, una musica
parole impronunciabili
vergini
- parole bianche.
“sei tu che sei
partita, non io: sei tu che non sei più”
e dal piatto mi
specchiavi la mia ombra,
antichissima e
indissolubile
una montagna lieve,
distante.
poi, aprivo la finestra
e tutto diventava più arancione:
sentivo
profumo di limoni
grida, buttate dal
mercato
- il sole.
***
***
Questa foto l'ha scattata la mia amica Rori Palazzo.
Rori si fa raccontare i sogni dagli amici, poi li reinterpreta fotograficamente, utilizzando la tecnica della doppia esposizione.
Io ho avuto la fortuna di vedere alcuni suoi scatti non solo in digitale e mi sono così emozionata che mi è venuta voglia di scrivere questa cosina qui sopra.
Rori ha anche un blog in cui racconta la sua Palermo giorno per giorno, si chiama PalermoDailyPHOTO.
Bellissime parole e il progetto di Rori mi piace molto.
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