a mia sorella Arianna,
che sa, che mi sa.
facciamo che ti regalano un cane a natale.
tu non te lo aspettavi proprio un cane a natale, ma neanche al compleanno, a dir la verità. tu non sei tipo da cane, non sei proprio tipo da animali: per te gli animali sono un qualcosa che si muove fuori casa, non dentro.
tu non sei assolutamente un tipo da cane, al massimo potresti essere un tipo da gatto, tutto croccantini e sporadici grattini, ma da cane proprio no.
il cane lo devi portare fuori almeno tre volte al giorno, anche quando piove, anche quando nevica, anche quando hai la febbre. il cane quando è bagnato puzza di cane bagnato e poi anche il tuo divano puzza di cane bagnato e tutti i tuoi vestiti su cui si struscia il cane puzzano di cane bagnato quando piove e di cane non bagnato quando non piove (sempre odore di cane è e non ti piace).
i tuoi genitori non ti hanno mai preso un cane quando eri piccolo e quando chiedevi “perché no?” ti rispondevano “perché poi ci si affeziona troppo”. e non l’hai mai capita fino in fondo questa risposta ma alla fine ti sei convinto che un senso deve avercelo e questo è diventato il vero motivo per cui non hai mai preso un cane: raggiunta l’età della ragione, non l'hai più voluto per paura di affezionartici troppo.
però ormai questo cane te l’hanno regalato e adesso ti guarda con la testa inclinata di lato e gli occhi rotondi e neri.
nel momento in cui il tuo sguardo incrocia il suo, sparisce dalla tua memoria il monito genitoriale, svapora l’odore di pelo bagnato, le passeggiate obbligatorie si trasformano immediatamente nell’ occasione che tanto aspettavi per condurre una vita meno sedentaria.
il cane ti guarda e tu sei fregato: ti ha innamorato, per sempre.
e tu quel cane inizi ad amarlo come se da sempre lo amassi, come se lo avessi aspettato da sempre ma da sempre lo conoscessi: tu quel cane lo ami come una logica conseguenza del tuo essere, come una liberazione.
quel cane tu lo ami pur sapendo che quello è un amore che porta scritta la data di scadenza.
un cane vive in media dodici anni. se sei fortunato, quel cane morirà prima di te, quando tu sarai nell mezzo del cammin di nostra vita, lasciandoti col cuore spezzato nella selva oscura. questa sofferenza la leggi tutta nel momento in cui affondi nel suo sguardo, nell’istante in cui il suo guaito ti fa vibrare qualcosa dentro il cranio, alla base del collo, sfibrandoti. la leggi e prontamente giri il cane in modo da non vederla più.
e poi niente. poi tutto cambia.
inizia la tua vita col cane: tu non sei più la stessa persona, il mondo non è più lo stesso.
ti entusiasmi per cose che –non ti spieghi perché- annoiano i tuoi interlocutori quando le racconti: cappottini per cane, guinzagli, giochini, risse tra cani al parco... ti ritieni un incompreso e giungi alla conclusione che solo i Veri Amanti dei Cani possono capirti; in realtà, ti sei completamente rincretinito.
il tempo passa, tu ti dimentichi della data di scadenza del cane, ma questo non è sufficiente a cancellarla.
e il tuo cane –che dal primo giorno non è più un cane ma è Poldo, Mizzi, Whisky, Laika- il tuo cane un giorno si ammala, soffre tantissimo e muore.
di nuovo, tu non sei più la stessa persona, il mondo non è più lo stesso.
ti senti un idiota ora, perché solo adesso capisci il senso di quella frase, di quel “perché poi ci si affeziona troppo”. quella frase non era completa, quella frase portava in sé la pesantezza insostenibile del non detto: “e se ti affezioni troppo poi stai male, quando non c’è più”.
vedendoti soffrire, ti chiedono: ma se rivivessi oggi quel natale di tanti anni fa, sapendo che ti toccherà patire così, lo riprenderesti Poldo, Mizzi, Whisky, Laika?
e il dolore da schianto ti fa dire MAI, mai lo riprenderei Poldo, Mizzi, Whisky, Laika, se solo sapessi.
ma dentro di te
la tua parte più vera sa
che negarsi il dolore e la morte
significherebbe non conoscere mai quell' Amore di Cani
che ti si è scritto nella carne:
baci animali sulla faccia nella bocca
chilometri di zitto nella pioggia nella neve nel sole
il braccio tuo fra i denti suoi
la rabbia tua, a cazzo.
il perdono suo, sempre.
e tutto il resto, incondivisibile.
se potessi ricominciare col tuo Poldo, Mizzi, Whisky, Laika, ricominceresti.
se potessi ricominciare con il tuo Matteo, Marta, Giulia, Enrico, ricominceresti.
tu non te lo aspettavi proprio un cane a natale, ma neanche al compleanno, a dir la verità. tu non sei tipo da cane, non sei proprio tipo da animali: per te gli animali sono un qualcosa che si muove fuori casa, non dentro.
tu non sei assolutamente un tipo da cane, al massimo potresti essere un tipo da gatto, tutto croccantini e sporadici grattini, ma da cane proprio no.
il cane lo devi portare fuori almeno tre volte al giorno, anche quando piove, anche quando nevica, anche quando hai la febbre. il cane quando è bagnato puzza di cane bagnato e poi anche il tuo divano puzza di cane bagnato e tutti i tuoi vestiti su cui si struscia il cane puzzano di cane bagnato quando piove e di cane non bagnato quando non piove (sempre odore di cane è e non ti piace).
i tuoi genitori non ti hanno mai preso un cane quando eri piccolo e quando chiedevi “perché no?” ti rispondevano “perché poi ci si affeziona troppo”. e non l’hai mai capita fino in fondo questa risposta ma alla fine ti sei convinto che un senso deve avercelo e questo è diventato il vero motivo per cui non hai mai preso un cane: raggiunta l’età della ragione, non l'hai più voluto per paura di affezionartici troppo.
però ormai questo cane te l’hanno regalato e adesso ti guarda con la testa inclinata di lato e gli occhi rotondi e neri.
nel momento in cui il tuo sguardo incrocia il suo, sparisce dalla tua memoria il monito genitoriale, svapora l’odore di pelo bagnato, le passeggiate obbligatorie si trasformano immediatamente nell’ occasione che tanto aspettavi per condurre una vita meno sedentaria.
il cane ti guarda e tu sei fregato: ti ha innamorato, per sempre.
e tu quel cane inizi ad amarlo come se da sempre lo amassi, come se lo avessi aspettato da sempre ma da sempre lo conoscessi: tu quel cane lo ami come una logica conseguenza del tuo essere, come una liberazione.
quel cane tu lo ami pur sapendo che quello è un amore che porta scritta la data di scadenza.
un cane vive in media dodici anni. se sei fortunato, quel cane morirà prima di te, quando tu sarai nell mezzo del cammin di nostra vita, lasciandoti col cuore spezzato nella selva oscura. questa sofferenza la leggi tutta nel momento in cui affondi nel suo sguardo, nell’istante in cui il suo guaito ti fa vibrare qualcosa dentro il cranio, alla base del collo, sfibrandoti. la leggi e prontamente giri il cane in modo da non vederla più.
e poi niente. poi tutto cambia.
inizia la tua vita col cane: tu non sei più la stessa persona, il mondo non è più lo stesso.
ti entusiasmi per cose che –non ti spieghi perché- annoiano i tuoi interlocutori quando le racconti: cappottini per cane, guinzagli, giochini, risse tra cani al parco... ti ritieni un incompreso e giungi alla conclusione che solo i Veri Amanti dei Cani possono capirti; in realtà, ti sei completamente rincretinito.
il tempo passa, tu ti dimentichi della data di scadenza del cane, ma questo non è sufficiente a cancellarla.
e il tuo cane –che dal primo giorno non è più un cane ma è Poldo, Mizzi, Whisky, Laika- il tuo cane un giorno si ammala, soffre tantissimo e muore.
di nuovo, tu non sei più la stessa persona, il mondo non è più lo stesso.
ti senti un idiota ora, perché solo adesso capisci il senso di quella frase, di quel “perché poi ci si affeziona troppo”. quella frase non era completa, quella frase portava in sé la pesantezza insostenibile del non detto: “e se ti affezioni troppo poi stai male, quando non c’è più”.
vedendoti soffrire, ti chiedono: ma se rivivessi oggi quel natale di tanti anni fa, sapendo che ti toccherà patire così, lo riprenderesti Poldo, Mizzi, Whisky, Laika?
e il dolore da schianto ti fa dire MAI, mai lo riprenderei Poldo, Mizzi, Whisky, Laika, se solo sapessi.
ma dentro di te
la tua parte più vera sa
che negarsi il dolore e la morte
significherebbe non conoscere mai quell' Amore di Cani
che ti si è scritto nella carne:
baci animali sulla faccia nella bocca
chilometri di zitto nella pioggia nella neve nel sole
il braccio tuo fra i denti suoi
la rabbia tua, a cazzo.
il perdono suo, sempre.
e tutto il resto, incondivisibile.
se potessi ricominciare col tuo Poldo, Mizzi, Whisky, Laika, ricominceresti.
se potessi ricominciare con il tuo Matteo, Marta, Giulia, Enrico, ricominceresti.
dici bene, e alla fine, con i nomi umani hai voluto racchiudere, forse, l'intera esistenza. non ci si può affezionare troppo con le cose che terminano, ma è indomabile l'affetto. come indispensabile il ricominciare. che non ci farà rivivere i momenti indimenticabili, ma ce ne farà vivere altri felici per come l'eravamo. che non sottraremo ad altri che non potrebbero viverli senza di noi.
RispondiEliminabrutalmente, la paura è riuscire vincere il tran tran quotidiano che può portarci all'oblio, come, se ci pensiamo, è, in certi momenti, per altri affetti che ormai...ahinoi... furono.
grazie S, per averci fatto leggere "nonostante la scadenza".
devo abracciarti, per forza.
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RispondiEliminai commenti di chi mi legge mi arricchiscono sempre.
RispondiEliminadavanti ai commplimenti e ai ringraziamenti io però mi imbarazzo, non so come gestirli.
posso solo sorridere, perchè in un posto in fondo a me, questi complimenti che mi sorprendono ogni volta, mi fanno piacere.
quindi... :)
è sempre doloroso smettere d'amare per volere altrui o per fato.
RispondiEliminaMa tu ricominceresti con Sara, se potessi?!
minchiazza, fra...'ste domande di prima mattina sono da magone.
RispondiEliminae rimangono senza risposta, sicuro.
grazie. Con Kora ricomincerei subito, è vero.
RispondiEliminanon avevo dubbi :)
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