sabato 27 novembre 2010

la scrittora, nel corpo e nella mente.

io non sono brava a descrivermi. 
se tu mi chiedi quali sono le mie qualità, io ti dico che sono ironica. altro non mi viene, ci devo pensare, e a lungo.

allora ho fatto che ci ho pensato. ed è venuto fuori questo.




di scarpa calzo il trentotto ma mi piace camminare a piedi nudi. 
sono di corpo corto e ventre rotondo. grossi ho i polpacci da ciclista.

le gambe sono forti, le ginocchia deboli.
sono burrosa o se preferisci grassa.
l’incarnato è pallido, di poco migliora d’estate assumendo una tonalità da biscotto oro saiwa.

rotondi ho i seni, che attirano gli sguardi degli uomini e l’invidia delle donne.

gli avambracci sono nervosi, le mani tozze, a stella marina, azzurrate da un reticolato di vene, come quelle di mia nonna. 
i polsi sono fini: gioco talvolta a stringerli tra pollice e indice, in un immaginario bracciale.

porto le unghie corte, non solo perché lavoro in cucina. 

mi piace vedere le mie mani invecchiare.

curva sta spesso la mia schiena, di muscolatura fiacca.

il viso è regolare, belli ho i denti raddrizzati da anni di apparecchio.

sul labbro superiore ho una peluria che si fa burla del mio essere femmina e delle mie continue decolorazioni.
i capelli, grossi e indomabili, sono ciò che più mi rappresenta.

gli occhi ridono sempre ma nel profondo sono inquieti. li ritengo l’unica parte bella del mio corpo.

durante le conversazioni osservo la bocca dell’interlocutore. se però sono nervosa, quando ti parlo non ti guardo in faccia.

di me dicono cose che non credo vere: tipo che sono paziente, che scrivo bene, che sono femminile, che ho una buona mano in cucina, che sono una persona forte e coraggiosa.

di me dicono anche cose che non saprei dire se sono vere o false, tipo che trasmetto tranquillità o che scopo ma non mi faccio scopare o che ero una brava educatrice.
mi trovano d’accordo quando dicono che sono matta e incoerente, che sono capace di disegnare, che ho sviluppato un buon olfatto e migliorato il mio gusto, che sono testarda.
ho alcune fissazioni, tipo i nomi palindromi.

soffro di una lieve dislessia o disgrafia, che peggiora quando sono stanca.
mi piace giocare ma non sono competitiva, quindi mi impegno molto ma non bado minimamente al punteggio e questo spesso fa innervosire i miei compagni di squadra.

ho una pessima memoria, dimentico troppo in fretta, anche i torti subiti, anche i tradimenti commessi.

mi ritengo una persona che è stata ed è molto amata. 

ho paura di morire annegata o in un incidente d'auto.
mi piacciono gli animali ma per me rimangono sempre tali, non riesco a umanizzarli.
non so gestire la rabbia.

se assisto a uno spettacolo di magia non voglio sapere dove è il trucco.

a volte ho la sensazione di essere di vetro e non è un bel sentire.
da qualche anno, arrivo puntualmente in ritardo agli appuntamenti con gli amici.
cerco la Parola Perfetta: non perfetta in senso universale, ma perfetta per me, mia, da me generata e quindi unica.
cerco nella parola l'essenzialità non spoglia della bellezza.
io penso che esistano mondi sommersi che aspettano solo di essere raccontati.
io a volte in quei mondi ci arrivo come per caso, poi ne racconto, poi perdo la strada per tornarci poi di nuovo la ritrovo.
io non so come accade in me il raccontare, ma è come per la magia: in fondo, non voglio saperlo.


se io non scrivo mi appassisco, poi mi secco e infine muoio.

4 commenti:

  1. ma è bellissimo, Sara! una descrizione dentro e fuori in un continuo confronto, fantastico e struggente il passaggio sulle mani che invecchiano, è un guardare e osservare come la vita ha firmato i suoi segni, quanto mi ci sento in sintonia!
    un abbraccio

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  2. super bellissimo...e vedi di non fare scherzi pelle di luna...ti vogliamo viva quindi continua a scrivere ...p.s. forte abbiamo alcune caratteristiche fisiche che ci accomunano...!!!

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  3. " mi ritengo una persona che è stata ed è molto amata."
    ...che bello questo racconto!!

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