a volte mi sembra che scrivere sia un’attività come andare a funghi, una di quelle cose che non capisci bene dove stia la soddisfazione nel farle, ché ti devi alzare presto quando ancora è buio e devi scarpinare e non vedi dove metti i piedi e poi scivoli e se cadi non devi mettere le mani per terra perché ci sono le vipere e guarda, un porcino! ah, no è matto.
e allora ancora scarpini, finisci nella pietraia e ti scortichi le ginocchia, ne esci, il sentiero non si vede però bene, mai si vede bene il sentiero e poi viene a piovere e hai il k-way bucato e sei in una sterminata pineta da cui neanche correndo riusciresti a uscire prima che fiocchino fulmini e poi però smette e, guarda, un porcino! è un porcino? sì, sì, è un porcino! un po’ vecchio, un po’ zuppo d’acqua, ma per il risotto va bene…insomma, più o meno. vabè, metti nel cestino e prosegui. cammini e cammini e hai sete ma non si beve quando si cammina, si beve quando si arriva, ma tanto sai già che non si arriva mai, perché non è che andare a funghi significa andare al negozio di funghi, no, andare a funghi significa andare e basta, andare senza magari nemmeno trovarli, i funghi, significa entrare in un bosco da un punto e uscirne chilometri più in basso rispetto a dove hai lasciato la macchina, così che dopo ti tocca pure fare tutta la strada in salita (epperò almeno sulla strada ci sono i lamponi, grazie a dio).
scrivere parole per me è un po’ come muoversi nel buio e sentire le ragnatele che mi si impiccicano addosso: ogni tanto sono parole buone quelle che si incollano tra i capelli, altre volte –il più delle volte- sono solo cose di schifo, come la maggior parte delle ragnatele, ché solo pochissimissime sono perfette e tutte intere e brillanti di pioggia o di rugiada.
a me mi sembra di fare tanti giri in tondo, come a giocare a mosca cieca, che mosca cieca diventa un gioco terribilmente frustrante quando non trovi nessuno, quando tutti acchiappano subito un compagno e invece quando tocca a te tutti stanno silenziosissimi e non li trovi e ti senti un incapace totale.
a volte mi piacerebbe solo trovare una figura di umano nel bosco, qualcuno da dirgli buongiorno! come si fa per i sentieri quando incontri i signori che passeggiano belli arzilli e riposati che ti chiedi se fingono per non darti la soddisfazione di mostrarti che anche loro sono a pezzi, mi piacerebbe trovare qualcuno da fermarsi insieme a una fontana e raccontarsi in silenzio tutta la stanchezza di questo andare e invece sto in silenzio da sola a pensare che a me non è mai piaciuto andare a funghi se non per i lamponi.
vabbè, pessimismo e fastidio oggi, pessimismo e fastidio.
a me piace passare le domeniche in treno, quindi? quei bei treni inglesi col wi-fi, che ti affacci dal finestrino e vedi verde sconfinato, che se hai fame ti apparecchi la tavola e non fai una briciola; che il bagno è pulitissimo. a me piace la vita facile, e se devo andae a funghi vado lì, dove mi hanno detto che ce n'è un mucchio e non devo fare fatica per trovarli
RispondiEliminauhm. non sono sicura di aver capito il senso del tuo commento. mi rispieghi per favore?
RispondiEliminadi solito si va per funghi la domenica, e come hai giustamente scritto tu, bisogna essere belli che pieni di passione per tale pratica. paragonavo il mio scrivere ad una gita fuori porta (domenicale), meno stressante, e fatta solo se ha il desiderio di farla. e la gita fuori porta, in treno, come facciamo noi "inglesi", non nasconde insidie, è comoda...spero di essere stato più chiaro adesso (ma da qualche tempo sono sempre più criptico e meno didascalico-oddio, che mi sta succedendo!!!)
RispondiEliminasì, non ero sicura di aver capito.
RispondiEliminanon so neanche io bene che cosa sto facendo. potrei andare a funghi anche io per prati e divertirmi una volta a settimana, in relax. e invece mi costringo alla scarpinata su per i bricchi. ma non è masochismo, no. è che a me i parataioli non piacciono, io cerco i porcini che stanno solo sui bricchi. e l'unica strada che porta ai porcini passa per la pietraia e per il sentiero invisibile ecc ecc. io ormai mi sono impuntata che devo arrivare lì. un lì che non è in nessun posto se non nella mia testa. e posso solo arrivarci con una disciplina che mi costa fatica e che ancora non ho acquisito.
non è che non provi soddisfazione in quello che faccio, è che è difficile e faticoso, tutto qui.