sono daino, vitello, volpe e forse cervo
le bestie di scuro che mi camminano intorno.
non c’è parola nei musi silenti
negli occhi cigliati lunghi di selvaggio
e in quelli senza ciglia dei cani con il becco.
eppure parlano, le bestie di ombra
parlano la lingua dell’ombra
la lingua del silenzio apneico
e del dolore del mondo tutto.
dicono il verde che s’impallida piano
e s’ingiallisce nell’ora dell’oro
dicono il ramo che si spezza e l’osso
dicono il morto
e ogni suo contrario.
zittano le bestie
ma è un gran sentire
un rivelare il cosmo, un dire
che non mi è dato di capire.
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