V.
Le tue parole pesanti
hanno spaccato il cielo, amore mio:
sono giunte con la fine dell’estate
e mi son piovute addosso di sorpresa, sull’aia
mentre lavavo le stoviglie accovacciata
Erano agnelli col terrore della lama
alberi possenti in attesa dello schianto:
come passeri caduti le ho raccolte
e benedette silenziosa
- una ad una
- una ad una
una ad una.
Amore mio, ti prego, ascoltami:
il tuo qui è lì, ora.
Rialzati, cammina e non voltarti:
il nostro posto è
accanto a te nel tuo domani.
Oggi guarda avanti
in quelle strade troppo strade
in quei rumori che non so.
Cammina sicuro, cercami, seguimi:
io sono
quella di giallo vestita
sono
quella che non molla la presa.
Io sono
nel letto troppo stretto
nella pentola che bolle
nel verbo da imparare.
Sono nei pochi alberi e nei bambini pochi
nei documenti da compilare
sono nei televisori
nella fila all’ufficio immigrazione.
Io sono nell’acqua del rubinetto
sono nell’ascensore
sono nel furgoncino
sono nei sette giorni a lavorare.
Io sono nella prima neve
nella pioggia e sotto l’ombrello
sono nel cinema all’aperto.
Io sono con te
e sorrido e danzo e
ti impollino di me.***
Ispirata al film My name is Adil, così potente da farmi tornare la voglia di scrivere.
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