mercoledì 17 novembre 2010

stupidate

mia nonna (non quella delle storie, quella dei pizzoccheri) è rimasta vedova molto giovane, intorno ai quarant’anni.
da ragazzina, vedendola sola, le chiedevo: perché non cerchi qualcun altro?
lei mi rispondeva: quando troverò un uomo con i baffi come quelli di tuo nonno, mi risposerò.
non ha ancora trovato nessuno con quei baffi.

io a quel nonno ho voluto tanto bene, benissimo, però se ne è andato troppo presto.
quando io e mio fratello eravamo piccoli e mio nonno già era morto, mia nonna il giorno del suo compleanno ci faceva disegnare un piccolo fiore, una margherita come quelle che piacevano a lui, e ce la faceva attaccare con lo scotch sul calendario.
mio nonno mi era simpatico anche se lo posso affermare solo guardando le fotografie, perché in realtà non mi ricordo più il timbro della sua voce o il suo odore o quello che mi diceva. diciamo che dalle foto aveva una faccia simpatica, la faccia di uno che secondo me ha anche un buon profumo di tabacco e una voce calda e un po’ severa.
sulla sua lapide c’è scritto solo “…ciao!” e io ho sempre pensato che fosse una cosa amorevolmente lieve da scrivere su una tomba, una parola tra persone che non si separano veramente.

i miei nonni vivevano a milano ma erano di origini valtellinesi.
io non so che lavoro facesse esattamente mio nonno a milano, faceva un lavoro con la tuta, tipo operaio, o benzinaio. però direi più operaio che benzinaio, chè non puzzava di benzina mio nonno, no.
per me, mio nonno era un falegname. lavorava il legno benissimo. mi aveva fatto un gioco, stupendo, una tavola per incastrarci delle figure geometriche. e poi un carretto, che ruppi per incuria bambina. mia zia possiede tuttora una piccola culla per le bambole fatta da lui, una culla di cui sono sempre stata invidiosissima.

mia nonna amava molto mio nonno e mi raccontava con orgoglio che aveva lavorato come manovale alla costruzione della diga di cancano. a cancano in realtà ci sono due dighe: la diga di s. giacomo e cancano II. non so quale lui abbia costruito ma non è importante, questa è solo una storia e nelle storie alcuni dettagli non contano niente, non è come nel mondo di verità vera.
a me sono sempre piaciute le dighe perché mi fanno pensare a mio nonno.
le dighe tengono l’acqua abbracciata tra le montagne e fanno laghi, vicini al cielo.
le dighe c’erano anche sul sussidiario, nelle illustrazioni dei paesaggi montani; il sussidiario ti spiegava che con l’acqua di quei laghi vicini al cielo ci si fa l’energia per le case e le luci delle strade.
le dighe stanno in piedi per qualche miracolo di ingegneria a me incomprensibile, soprattutto le dighe ad arco.
dietro il muro della diga l’acqua spinge senza sosta, eppure la diga non cede mai.
deve essere faticosissimo essere una diga.
perché la diga sta.
la diga resta, rimane, non se ne va, qualsiasi cosa succeda.
quando il monte toc è scivolato nella diga del vajont e l’acqua si è mangiata le case, i cani le biciclette, i bambini, i giornali, le donne, le vacche, le chiese, i vecchi, le macchine, gli uomini, i negozi, le scuole, quando il monte toc è caduto nel lago e ha sollevato un mare sopra la terra spazzando via una manata di paesi e duemila persone, la diga non è venuta giù.

la diga è rimasta lì
ferma
immobile
a ricordarsi del bel lago abbracciato dalle montagne
la diga è rimasta lì
ferma
immobile.

stupida.


tre anni fa, quando mi sono trasferita ad amsterdam, una delle prime sere che dormivo con gloria nella casa nuova ho sognato questo nonno della diga. non ricordo il sogno, ricordo solo che mi diceva “fa’ la brava, eh! fa' miga stupidade!”, fai la brava, non fare stupidate.


oggi, di colpo, mi torna in mente tutto questo: la diga, il nonno, il sogno.
scrivo la storia e questa mi finisce così.
direte: ma che finale è questo?
e avete ragione, ma questo è l’unico finale possibile, credetemi: perché questo non è il mondo di verità vera e le storie, qui, vanno dove vogliono loro.

3 commenti:

  1. ..io non conosco la mia nonna paterna ...ma lei mi ha cercata....quando ero piccola ..una figura di donna entrava dalla finestra e seduta a gambe incrociate a mezz'aria in silenzio ci osservava i miei tre fratelli dormivano ma io penso no no...
    qualche anno fa eccola arrivare ancora nell'angola della camera di questa casa...ne parlai con mio padre...la descrissi ...lui impallidì..mi disse è mia madre ..viene per proteggerti in questi vostri anni difficili (lei morì quando lui aveva 13 anni...)...questa è la mia nonna paterna ...il mio angelo?!

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  2. Che bella scoperta il tuo blog!

    Io purtroppo non ho praticamente parenti, la mia unica nonna che abbia conosciuto è morta da poco, ma la conoscevo appena. Però ogni volta che sento parlare di bridge penso a lei, che ci ha giocato finché ha potuto, fumando sigarette e vivendo col suo gatto :)

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  3. e come ci sei arrivata qui, LaMaga?
    ho dato una sbirciata al tuo blog e mi ha incuriosita, approfondirò :)
    ah: grazie per i complimenti (che mi mettono sempre un po' in imbarazzo ma fanno anche tanto piacere)

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