fino a quando intendi aspettare, mi chiedono, fino a quando.
non lo so fino a quando.
i miei avambracci sono pallidi e trasparenti
e dentro ci vedi le vene che sono azzurre.
a volte ci scorre la vita, a volte solo una bestemmia, come una spirale infinita.
oggi è giornata da confessarsi
che a lasciarsi vivere si fa peccato.
a scuotermi da questo torpore, dal mio pigro contemplarmi l’ombelico, vorrei una sorpresa.
una sopresa come un canguro, che mi balzasse alle spalle facendomi saltare in aria e ridere.
una sorpresa di palloncini, di amico che viene a prendermi al lavoro con un thermos di caffè, una sorpresa di pacchetto per posta, di parole, di voce che esce dal telefono, di libro dedicato.
una sorpresa mazzo di fiori, una sorpresa ti invito al cinema, ti porto fuori e non pensare a niente.
fa che sia sorpresa di temporale in una stanza, che arriva e strappa tutte le tende del quotidiano, del dire fare baciare lettera e testamento.
fa che sia sorpresa di orgasmo in una tasca, e che sia multiplo, e urlato e bagnato.
fa che entri, mi sventri, sovverta l’ordine, mi svegli.
fa che il cuore mi si fermi, si spogli e, infine, finalmente, nuovamente, mi si impenni.
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