giovedì 20 gennaio 2011

bye bye mayo

per fare una buona maionese ci vogliono uova, olio, un po' di amore e tanta pazienza.
devi amalgamare le uova all’olio facendo scendere a filo quest’ultimo, finché ottieni un’emulsione compatta e allo stesso tempo fluida. devi sbattere il tutto con una frusta, sempre nello stesso senso, ritmicamente, fino a quando non ti viene male al braccio, a volte anche dopo. insomma, alla maionese ti ci devi dedicare.
la maionese non è cosa che puoi mollare lì perché ti squilla il telefono, altrimenti la maionese ti impazzisce, l’olio se ne va da una parte e l’uovo dall’altra e non va bene, perché i due ingredienti devono stare sempre insieme, uniti, se vuoi una buona maionese.

a me stamattina è venuto il pallino di fare la maionese. non so il perché, a dir la verità. forse perché olio, uova e limoni erano gli unici ingredienti che avevo in casa (serve anche il limone per fare la maionese) e non mi è venuta in mente una ricetta migliore. sì, avrei potuto farci delle uova strapazzate o al tegamino (in quel caso mi sarebbe anche avanzato il limone), ma non ci ho pensato. mi è venuta in mente solo la maionese e quella ho fatto, o almeno ci ho provato.
dico che ci ho provato perché, mentre tentavo di versare goccia a goccia l’olio reggendo la bottiglia con la mano sinistra incorporandolo contemporaneamente con la frusta che tenevo nella destra, gigi, il mio coinquilino, si è alzato, ha acceso lo stereo, ha messo su i rem e si è infilato in doccia. e questo ha costituito un problema. grosso.

i rem io non li ascolto intenzionalmente da anni. non che prima li ascoltassi intenzionalmente: semplicemente, non cambiavo stazione se li passavano alla radio o non uscivo da un negozio quando li sentivo.
i rem non li ascolto perché mi fanno pensare a stefano e io non ho mai voglia di pensare a stefano.
non potevo andare da gigi a dirgli di togliere i rem perché mi facevano pensare a stefano, non potevo perché era in doccia e perché mollare la maionese a quel punto avrebbe voluto dire farla impazzire.
allora sono rimasta lì, a concentrarmi e a sbattere la mia salsa, il cuore che mi rimbalzava dentro, come una di quelle minuscole palline da squash che io non riesco manco a vedere tanto vanno veloce, gli occhi fissi sulla frusta.
non ti distrarre, pensavo, non mandare all’aria tutto ‘sto lavoro. non mollare proprio adesso.
mollare.
mollare.
ed è proprio qui che mi spezzo.
è qui che tutto il sangue mi scivola giù, ai piedi, lasciandomi senza colore e senza respiro.

io stefano l’ho mollato. ma non mollato nel senso in cui si molla il fidanzato. io stefano l’ho mollato nel senso di abbandonato.
AB-BAN-DO-NA-TO.
come si fa coi cani in autostrada: uguale.
l’ultima volta l’ho salutato in ospedale indossando un naso da pagiaccio che avevo portato per farlo ridere da dietro un vetro, chè nella sua stanza non ci si poteva entrare. io sapevo che sarebbe stata l’ultima volta, o meglio, una parte di me sapeva che in ospedale non ci sarei più andata, ma non ho avuto il coraggio di confessarlo, né a lui né a me. io sono brava a raccontarmela, bravissima. poi, appunto, l’ho abbandonato, senza nemmeno salutarlo decentemente. gli devo aver detto qualcosa tipo “alla prossima!” e poi più niente, buio, come a teatro.

io ho tradito innumerevoli volte: in amore, in amicizia, in famiglia, ma stefano è il capolavoro dei miei tradimenti, è il più perfetto, è l’eccellenza.
io so che continuerò a tradire, perché il mio senso di colpa più grande, quello che nasce dall’aver tradito ste, è la magica tassa da pagare per poter peccare di nuovo.
non c’è assoluzione, mai, solo dolore, pena acutissima e insuperabile, volutamente insuperabile. perchè è proprio questo mio non darmi perdono che mi rende in realtà libera, libera di ripetere, ad libitum, in serie minuscole e continue, copie più o meno perfette del Grande Tradimento.

ste
fa
no.

era il mio migliore amico.
davanti alla malattia (la sua!) me la sono data a gambe.
della nostra amicizia ho fatto una maionese impazzita.
e la maionese impazzita -mi ero dimenticata di dirlo ma quella di oggi me lo ha ricordato- non si può recuperare: l’hai persa e devi ricominciare tutto.
solo che a volte succede che quello era l’ultimo uovo che avevi in casa e l’olio è finito e i negozi sono chiusi e la vicina è in vacanza.

vorresti ricominciare da capo ma, semplicemente, non puoi.

4 commenti:

  1. ma rizzanu i carni! (mi si è accapponata la pelle) scusa il vernacolo, ma è il modo più intenso che conosco, per esprimere la bella emozione che ho provato nel "leggved-ere" le tue parole. E' vero, non puoi. per quella dimensione tutto si è serrato. ...la paura, l'inspiegabile, non credo il fuggire...
    penso però che... he will live w/you forever.
    xxx

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  2. è vero. fai accapponare la pelle.
    ma anche fai riflettere.
    come ti ho scritto ieri ...leggerti mi aiuta a fare autoanalisi.... perchè mi rispecchio, perchè scrivi in un modo semplice, scorrevole eppure così profondo...scavi così dentro che non si puo' fare a meno di non guardarsi,,,, come in uno specchio e analizzare. analizzarsi.
    e allora capisco che i piccoli tradimenti, copia minuscola del grande tradimento... il primo o il più importante... li ho anch'io.
    e questo mi spaventa... perchè nella mia vita...ogni volta che mi son chiesto il perchè facessi una determinata cosa... poi non l'ho fatta più...

    Grazie.... anche stanotte!
    Mimmo

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  3. mammamia, mi fate venire i brividi voi.
    non so che dire, sono un po' in imbarazzo, come al solito.
    grazie.

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  4. Ebbè, ti ripaghiamo con la stessa moneta ;)))

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