la scena è di ieri, ma la racconto come se fosse successa oggi che fa più presa diretta. insomma la scena sono io che rientro che sono tutta di lacrime e di pioggia (e fin qui è piuttosto banale, sa di già visto e comincia pure un po’ ad annoiare, che lo so che vi ho triturato i maroni con ‘sta tristezza, ma son mica wonderwoman che ci ho da raccontare chissà che, quindi: zitti). insomma io entro in casa e mi ha preso proprio male stasera, roba che piango che sembro il gatto ettore della mia amica mirna che quando gli fai fare i viaggi in macchina fa tutto un meawwwww come rantolo primitivo di bestia delle caverne e sembra lì lì per esplodere, ‘sto gatto. in realtà sono stata bene tutto il giorno e quindi non mi spiego il perché di ‘sto piagnisteo penoso, di tutto ‘sto smoccolamento e singhiozzare che, se mi vedesse mia nonna, mi direbbe una roba che suona tipo: “se ‘n te la desmet miga, te do du papine, che al mee el so perché t’al frignet” che, tradotto in lingua comprensibile ai più, diventa: “se non la smetti, ti tiro due sventole, così almeno so perché piangi” (dalle parti di mia nonna sono gente che gliel’hanno scritta loro a Paul Watzlawick la pragmatica della comunicazione umana).
è che mi era venuto in mente un ricordo piccolo piccolo, quasi insignificante, roba stronza però, uno di quei ricordini a uncinetto, quei ricordini con l’artiglio che s’aggrappano al vicino ricordino, che ci ha l’unghietta ricurva pure lui che si attacca all’altro vicino e tu, che li avevi tutti chiusi in una valigia di quelle che avevi ficcato ben in alto sull’armadio, quelle che ti dimentichi cosa c’è dentro, tu fai per sfilare lo stuoino da mare da sotto la famigerata valigia dell’oblio e… sbadabam! ti si rovescia tutto addosso. rivedi tutto come alla moviola, ma tutto tutto, anche quello che non pensavi di aver registrato. ti ricordi le linee delle mani e la luce di traverso sui capelli e il sudore sulla schiena e quel movimento del labbro superiore e la circonferenza precisa del polso e il tuo indice tra le dita e i nei sul collo e tutte le vertebre una per una e, e, e…e come il gatto ettore non puoi far altro che vomitare e vomitare tanto e vomitare tutto (e ringrazia, perché il gatto ettore va anche in merda che te lo raccomando, va proprio in sciolta ettore, che una volta io e mirna ci siamo dovute fermare sulla corsia di emergenza che ‘sto gatto si era tutto cacato e dovevamo pulirlo e mirna è scesa col giubbetto catarifrangente, che avevano appena fatto la legge che era obbligatorio scendere col giubbettino luminoso e così, visto che ne avevamo uno solo e noi siamo ligie al dovere, io sono dovuta rimanere dentro ed è un miracolo se sono sopravvissuta all’odore che a pensarci dovrei smettere subito di piangere e cantare lodi al signoredionnipotente da qui all’eternità). insomma, ho preso a vomitare tutta la mousse ai tre cioccolati (fondente, latte e rhum) che mi ero mangiata alla fine del turno di cucina al ristorante e mi sono girati pure i coglioni, che di ‘sta mousse ne avevo fatta dei litri e a montare tutto a mano mi si era pure paralizzato il braccio.
quindi, esco dal bagno sconvolta - ma in fondo un po’ rasserenata al pensiero che non sono andata in merda come ettore- e mi accorgo solo in quel momento di ivano che se ne sta seduto con la testa appoggiata sul tavolo.
- che succede? chiedo al mio iguano.
- secondo te? mi risponde indicandomi con un cenno del capo la cassapanca.
la stanza è ancora buia dato che, per la fretta di raggiuncere il wc, non ho fatto in tempo a fare tutta la menata di inserire la spina del neon nella presa sopra il letto. è scuro, ma non ho il minimo dubbio: la figurina evanescente sulla cassapanca è di sicuro aRRRigo, il nano-bambino.
passo indietro (e mò faccio proprio come nei film, faccio il flash back): finito il festival di balla coi cinghiali, il Coso qui, il nano, ci aveva bello che rotto i coglioni, che non faceva altro che fissarci storto e dirci che saremmo bruciati all’inferno senza manco un tubetto di foille per le scottature più gravi e che prima che le nostre carni venissero straziate dalla fiamme riempiendoci di bolle e di pus, saremmo diventati ciechi (questo lo diceva soprattutto a ivano, io sono più discreta quando faccio certe cose, cose di peccato mortale, secondo il nano lì). morale, di ritorno sull’autostrada ce lo siamo dimenticato all’autogrill (e in quel momento ho capito come sia potuto accadere che un amico immaginante si sia scordato in giro per un festival il suo amico - o Lamico- Immaginato). e non abbiamo avuto nemmeno tantissimi sensi di colpa che quell’autogrill era pure invaso da ciellini in gita al santuario della madonna delle ossa e alla fine abbiamo pensato che il Coso si sarebbe trovato meglio con loro che con noi.
allora, il fatto è che noi l’abbiamo mollato, cioè, perso, all’autogrill del turchino, dopo spotorno. io vivo ad amsterdam. come cazzo ha fatto ad arrivare qui, ‘sto nano? e perché poi? è dotato di teletrasporto? di volontà propria? lo hanno spedito qui i ciellini? il suo immaginatore?
- voglio RRRestaRRRe con voi, RRRagazzi. peRRR favoRRRe, ceRRRco solo un po’ di tRRRasgRRRessione.
il nano m’ imploRRRa con gli occhi cerchiati di nero, ivano alza la testa, fulmina me e lui con uno sguardo di fava che prende in un colpo due piccioni, io corro nuovamente al cesso a vomitare con in testa una sola domanda che ha spazzato via tutte le altre: ma come cazzo me lo pagherà, questo, l’affitto?
" ma son mica wonderwoman!!:) "
RispondiElimina..mi lasci sempre col fiato sospeso!
Scusa Sara posso riavere indietro il mio amico Immaginato? Suora malefica fuori e trasgressivo dentro, è mio no? Spetta...Io dentro sono suora noiosa...No, forse non è mio...
RispondiEliminaIO SU WATZLAWICH pensavo di moRRRiRRReeeeeeeee...io senza immaginaRRRe... di rompi coglioni come lui ne ho in avanzo...vendo inimmaginabili rotture di coglioni come amici immaginabili...immagina che liberazione!!!
RispondiEliminaquella su watzlawick è per addetti ai lavori, quando l'ho scritta me la ridevo sotto i baffoni :P
RispondiEliminate dico solo sta cosa... aRRigo me ricorda tRRRRemotino....
RispondiEliminatRRRemotino? tRRRemoNtino! cazzo, sì! ma con 'sti capelli pure un po' ghezzi. aiuto!
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