io stanotte ho visto tutti i bianchi del mondo, con gli occhi della mente li ho visti. tutto iniziava dalla copertina di un disco in vinile, una copertina bianca. nell’angolo in alto a destra c’era come della pittura (bianca ) che colava, pittura sbavata, mentre nell’angolo inferiore a sinistra si vedevano codini di anatre bianche e ali. al centro, un castello sepolto dalla neve. tutto era bianco. intorno alla copertina del disco, pure: tutto bianco. i bordi sbordavano nel bianco, si dissolvevano nel bianco. la realtà era bianca.
io avrei voluto essere un eschimese per poter avere una parola per ogni tonalità di bianco.
ma la cosa più bella
la cosa che non mi scorderò mai
era il cielo.
il cielo era bianco.
ma biancobianco.
B I A N C O.
quel cielo era bianco di oche.
"avrei voluto essere un eschimese per poter avere una parola per ogni tonalità di bianco"....bellissimo! Un desiderio straziante anche.
RispondiEliminaA volte ciò che è comprensibile dalla nostra mente,dai nostri sensi più profondi, non trova parole che in sè ne "comprendano" il significato e di conseguenza lo "esplichino".
Ci rimane dentro, incastrato nel petto, il desiderio di esprimere "quel" conosciuto-indescrivibile e la consapevolezza che probabilmente non giungeremo mai a possedere la capacità che, per esempio, hanno le dita di un pianista, o la mano di un pittore di "parlare" direttamente e chiaramente al cuore, all'anima dell'uomo , di fatti, emozioni, luoghi....senza parole, senza le parole note. Parole di eschimese appunto...