torno a casa distrutta. appoggio la fronte alla porta prima di infilare la chiave nella serratura ed entrare in casa: sono stanca, di tutto. stanca del lavoro, stanca di tutta questa pioggia che mi ha infradiciato perfino le mutande, stanca di sentirmi inadeguata e sola, stanca dell’insonnia, stanca di lamentarmi e di fare il verso al brutto anatroccolo. stasera non ho voglia di sorprese, mi basterebbe trovare il mio iguano che dorme e stendermici accanto.
apro la porta, accendo la luce. da sotto il letto sbuca il codone di ivano e si sente un mugolio come di sirena.
- che ci fai lì sotto?
- come che ci faccio? mi dispero, non si capisce?
- ah. e disperarsi sotto il letto fa bene?
- sì, molto.
- ma più che disperarsi a tavola o sul divano?
- assolutamente. non c’è paragone.
- è fatta: vengo sotto il letto con te.
- prendi dei kleenex allora. e un chinotto, già che sei in piedi.
- un chinotto?
- sono tre ore che piango, ormai mi sono disidratato. guarda che pelle…
- e non potevi bere?
- ma ti pare? ero impegnato a disperarmi. e poi così ti faccio sentire utile, che ne hai bisogno.
- ah. grazie.
con due chinotti e un pacco di kleenex striscio sotto il letto e mi impano di polvere. si vede che sono ingrassata, il culo mi rimane mezzo incastrato di fuori.
- ma perche sei triste?, chiedo.
- per ilaria.
- ti dispiace che se ne sia andata?
- sì…
- e poi?
- io…io mi ero innamorato di lei. ma proprio tanto. che quando vedevo i suoi piedi così lunghi diventavo tutto un bollore. non ho mai conosciuto una ragazza con piedi più belli, mi ricordavano quelli di mia mamma.
- …
- e poi sapeva arricciare la lingua in un modo così…così arrapante. la faceva diventare tutta come un pizzo ad ondine oppure la trasformava in un cuoricino. quando le dava forma di cuore sembrava che la sua bocca contenesse un piccolo bacio, sembrava una scatolina porta-anello. avrei voluto avere io una lingua così.
- mmm…e gliel’hai detto? cioè, non dei piedi e della lingua…le hai detto che ti piaceva?
- no. non ho fatto in tempo.
- e perché?
- è partita troppo presto. ma il fatto è un altro. ilaria non faceva che parlare di me, ma in realtà non mi vedeva.
- ma come, non ti ha visto?
- no, mai. diceva di vedermi, ma quando parlavo, ad esempio, guardava sempre dalla parte sbagliata. sembrava sentisse, ma credo avvertisse solo un brusìo. vedeva quello che voleva lei. o forse quello che riusciva a vedere. solo una volta, mentre le accarezzavo piano i piedi quel giorno che vi siete addormentate sul divano, lei si è svegliata e per un momento mi è sembrato che mi vedesse. ma credo che abbia pensato che fosse tutto un sogno…
- ma guarda che ilaria è così, è un po’ stordita…ma io lo so che le piaci, me l’ha detto tante volte.
- lo credevo anche io, sai. però mi sa che a volte le persone preferiscono vedere solo quello che le fa stare bene. forse quando si è resa conto che ero veramente un iguano che fuma sigari puzzolentissimi, un iguano con una coda ingombrante e lo smalto sulle unghie…forse ha preferito pensare che fossi un iguano d’invenzione.
- …
- io avevo imparato anche tutto il time warp per lei…
- sì, lo so. e sei molto bravo a ballarlo…
- …
- …
ivano emette una specie di guaito straziante, tipo i gatti quando non riescono più a scendere da un albero o hanno paura a stare nella gabbietta per andare dal veterinario. alterna mugolii a rumorose succhiate dalla cannuccia del chinotto.
- ma tu…tu mi vedi, vero?
- certo che ti vedo, rispondo.
- e pensi che ti potresti innamorare di me?
- ma io sono già un po’ innamorata di te.
- …AH. ma non è che sai arricciare la lingua come ilaria, tu?
- no, mi dispiace.
- peccato. mi sei simpatica e ci hai pure le tette grossette come piacciono a me, magari sarebbe nato qualcosa, ma se non sai arricciare la lingua…hai pure i piedi piccoli!
- …eh, non siamo mica tutti perfetti…
abbiamo finito il chinotto. e anche con la scatola di kleenex ci abbiamo dato dentro. sono tanto stanca, è straziante vedere il mio iguano così.
- senti, vuoi che ti balli il time warp?, mi dice ivano iluminandosi in viso.
- sì, per favore. e dopo mi metti a letto?
- dopo dormiamo belli e dannati come riff raff e magenta. io faccio magenta, ovviamente.
- ovviamente.
apro la porta, accendo la luce. da sotto il letto sbuca il codone di ivano e si sente un mugolio come di sirena.
- che ci fai lì sotto?
- come che ci faccio? mi dispero, non si capisce?
- ah. e disperarsi sotto il letto fa bene?
- sì, molto.
- ma più che disperarsi a tavola o sul divano?
- assolutamente. non c’è paragone.
- è fatta: vengo sotto il letto con te.
- prendi dei kleenex allora. e un chinotto, già che sei in piedi.
- un chinotto?
- sono tre ore che piango, ormai mi sono disidratato. guarda che pelle…
- e non potevi bere?
- ma ti pare? ero impegnato a disperarmi. e poi così ti faccio sentire utile, che ne hai bisogno.
- ah. grazie.
con due chinotti e un pacco di kleenex striscio sotto il letto e mi impano di polvere. si vede che sono ingrassata, il culo mi rimane mezzo incastrato di fuori.
- ma perche sei triste?, chiedo.
- per ilaria.
- ti dispiace che se ne sia andata?
- sì…
- e poi?
- io…io mi ero innamorato di lei. ma proprio tanto. che quando vedevo i suoi piedi così lunghi diventavo tutto un bollore. non ho mai conosciuto una ragazza con piedi più belli, mi ricordavano quelli di mia mamma.
- …
- e poi sapeva arricciare la lingua in un modo così…così arrapante. la faceva diventare tutta come un pizzo ad ondine oppure la trasformava in un cuoricino. quando le dava forma di cuore sembrava che la sua bocca contenesse un piccolo bacio, sembrava una scatolina porta-anello. avrei voluto avere io una lingua così.
- mmm…e gliel’hai detto? cioè, non dei piedi e della lingua…le hai detto che ti piaceva?
- no. non ho fatto in tempo.
- e perché?
- è partita troppo presto. ma il fatto è un altro. ilaria non faceva che parlare di me, ma in realtà non mi vedeva.
- ma come, non ti ha visto?
- no, mai. diceva di vedermi, ma quando parlavo, ad esempio, guardava sempre dalla parte sbagliata. sembrava sentisse, ma credo avvertisse solo un brusìo. vedeva quello che voleva lei. o forse quello che riusciva a vedere. solo una volta, mentre le accarezzavo piano i piedi quel giorno che vi siete addormentate sul divano, lei si è svegliata e per un momento mi è sembrato che mi vedesse. ma credo che abbia pensato che fosse tutto un sogno…
- ma guarda che ilaria è così, è un po’ stordita…ma io lo so che le piaci, me l’ha detto tante volte.
- lo credevo anche io, sai. però mi sa che a volte le persone preferiscono vedere solo quello che le fa stare bene. forse quando si è resa conto che ero veramente un iguano che fuma sigari puzzolentissimi, un iguano con una coda ingombrante e lo smalto sulle unghie…forse ha preferito pensare che fossi un iguano d’invenzione.
- …
- io avevo imparato anche tutto il time warp per lei…
- sì, lo so. e sei molto bravo a ballarlo…
- …
- …
ivano emette una specie di guaito straziante, tipo i gatti quando non riescono più a scendere da un albero o hanno paura a stare nella gabbietta per andare dal veterinario. alterna mugolii a rumorose succhiate dalla cannuccia del chinotto.
- ma tu…tu mi vedi, vero?
- certo che ti vedo, rispondo.
- e pensi che ti potresti innamorare di me?
- ma io sono già un po’ innamorata di te.
- …AH. ma non è che sai arricciare la lingua come ilaria, tu?
- no, mi dispiace.
- peccato. mi sei simpatica e ci hai pure le tette grossette come piacciono a me, magari sarebbe nato qualcosa, ma se non sai arricciare la lingua…hai pure i piedi piccoli!
- …eh, non siamo mica tutti perfetti…
abbiamo finito il chinotto. e anche con la scatola di kleenex ci abbiamo dato dentro. sono tanto stanca, è straziante vedere il mio iguano così.
- senti, vuoi che ti balli il time warp?, mi dice ivano iluminandosi in viso.
- sì, per favore. e dopo mi metti a letto?
- dopo dormiamo belli e dannati come riff raff e magenta. io faccio magenta, ovviamente.
- ovviamente.
AH AH AH ma mi fate morire tu e Ivano! Chissà che sit-com ne verrebbe fuori ah ah ah
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RispondiEliminail già che sei in piedi mi lusinga... sapere che posso entrare a mio modo - nel mio pigrissimo modo - tra te e ivano - mi fa crescere l'ego che quasi mi alzo dal divano... come sempre rendi meravigliosi i piccoli gesti quotidiani, o meglio il non gesto di rimanere sul divano aspettando che qualcuno già in piedi passi...
RispondiElimina...troppo carini Ivano ...e la principessa pelle di luna.......!!!!ciaooooooo
RispondiEliminama tu guarda, non sapevo che si chiamasse anche così! :)
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