Se
nto
che
mi
sto
infi
lan
do
in
un
b
u
c
h
i
n
o
un buco stretto di pelo
un buco lungo e buio.
non è un bel posto, a dir la verità.
allo stesso tempo però mi piace, è caldo.
ed è
tutto in discesa
silenzioso.
è come sguisciare nella pancia di un gatto
o dentro un marsupio animale.
tante voci gialline,
come pulcini, sottili,
mi chiamano da là sotto:
e
io
v
a
d
o
v
a
d
o
che più si scende, più si fa calduccio
e poi devo solo
lasciarmi scivolare.
chissà se alla fine di questo buco,
all’uscita di questa tana di pelliccia,
ci sarà qualcuno ad aspettarmi,
chissà se ci sarà una mano grande ad acchiapparmi al volo
quando salterò fuori di qui.
chissà
chissà
chi lo sa.
non sò!?, per me arrivi sempre in mare.
RispondiEliminasapremo...
lofarò mi ha chiesto di inventare una parola onomatopeica che "si possa usare per le parole che scritte descrivono e fanno vedere il discendere"...
RispondiEliminagiù giù giù...sono parole sgiulline...scivogliole...scifondarole...sflusciande.
si accettano altre proposte :)
non solo ci saranno due grandi mani ad afferrarti, ma il loro calore ti scalderà il cuore.
RispondiEliminachissà chissà, francesca.
RispondiEliminaforse saranno le mie, di mani, a raccogliermi, forse sarò io stessa a farmi da retino.