desideri sbagliati

ieri sera, mentre ero al parco con monica e davide a bere una birra, ho visto una stella cadente. ho urlato come ogni volta che vedo una stella cadente, ho espresso un desiderio e un sorrisino ebete mi si è stampato in faccia. 

dopo un po', un'altra: urlo, desiderio, sorrisino ebete.

- cosa hai desiderato? mi chiede davide.

- non te lo dico, se no non si avvera.

- hai chiesto che si avveri il primo desiderio, fa lui.

- certo, si fa sempre così con un secondo desiderio, aggiunge monica. così aumentano le possibilità che si realizzi.

io questa cosa del calcolo delle probabilità stellari non la sapevo e scoprirla solo ora mi fa sentire un po' stupida, che in effetti una sua logica ce l'ha e avrei potuto anche pensarci prima.

questo è il genere di cose che dovrebbero dirti fin dal primo compleanno, dalla prima candelina sulla torta. uno nella vita dovrebbe sapere come esprimere al meglio i suoi desideri: desiderare è una cosa seria, mica la puoi improvvisare così.

adesso mi sembra di aver sprecato la caduta di tutte le stelle che ho visto filare in questi anni e non è una cosa piacevole, sa un po' di fregatura, ti fa rimanere male, come quando vai in un bar e sui tavolini ci sono quelle zuccheriere di vetro e metallo come in america e tu versi lo zucchero e qualche simpaticone prima di te ha svitato il tappo ma tu non te ne accorgi e così ti rovesci tutto lo zucchero nella tazzina, tutto il piattino e intorno al piattino si riempiono di zucchero, sul tavolo si sparpaglia lo zucchero e pure sui pantaloni e sulla felpa ti finisce lo zucchero e già lo senti che appiccica e prude e tu non sai più cosa fare se non ordinare un altro caffè e far finta che non sia successo niente ma in realtà ci sei rimasta malissimo.