giovedì 30 settembre 2010

la sposa marina

- ciao, che cosa sei? sei una pianta marina?
- no, sono una sposa dell’acqua. e tu cosa sei?
- io sono un pesce inventato. che cosa fai qui sotto? non è il tuo mondo, questo.
- come no? sì, invece. adesso è anche mio. è sempre stato mio.
- ma che ci fai qui? non ti ho mai vista.
- sono scivolata giù da un pattìno. l’acqua era tutta limpida e trasparente che si vedeva in profondità. mi avevano detto di stare sdraiata a pancia in giù a guardare, che se no mi venivano le vertigini, ma io non gli ho dato retta. ho perso qualcosa, l’ho vista scivolare nell’acqua, sul fondo, era una cosa che luccicava: mi sono sporta troppo per afferrarla e sono caduta in mare.
- e cos’era quella cosa?
- non me lo ricordo, però l’ho vista.
- e adesso?
- adesso boh.
- come “adesso boh”?
- eh, non mi ricordo più niente. sto aspettando, mi pare.
- ma aspettando cosa?
- non me lo ricordo.
- aspetti un pesce?
- boh, sì, forse.
- ma è tanto che aspetti?
- un po’. credo.
- ma se si sono dimenticati di te, che aspetti a fare?
- non si sono dimenticati.
- come fai a dirlo?
- lo so.
- e come fai a saperlo?
- lo so e basta.
- ma ti hanno detto che torneranno?
- più o meno.
- più o meno non è sì. e se più o meno ti hanno detto una bugia?
- quello che si dice nell’acqua non è mai una bugia. punto.
- va bene. ma questi che stai aspettando, che non ti ricordi neanche chi sono…li aspetti per fare cosa?
- io devo aspettare, questo me lo ricordo. io ho promesso che avrei aspettato. quando torni a casa e ti aspettano, mica ti aspettano per fare qualcosa, ti aspettano e basta. poi puoi anche andare via di nuovo. ecco, è così, più o meno.
- ah. posso aspettare con te? ti faccio compagnia?
- sì, sei gentile.
- …
- …
- …
- …
- io mi annoio.
- ti posso raccontare una storia, se vuoi.
- sì, dai.
- vedi il mio vestito bianco? è tutto fatto di paroline, tutte parole rotonde e bianche per la sposa di acqua. tu tiri un filo sottile e me lo metti in bocca e io lo mangio e tutta la storia ti racconto. poi, se ci viene sonno, andiamo su quell’anemone a dormire: dormo sempre lì, sembra di stare in un nido di pelliccia.
- cos’è una pelliccia?
- niente, lascia stare. te lo racconto nella prossima storia.



(continua. se mi ricordo)

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