lunedì 20 settembre 2010

dFAM 17 o di anna, della sposa bagnata, di noè e di altre cose d'acqua.


sono tornata in italia per andare ad un matrimonio. 
diciamo che, se dovessi stilare una lista delle motivazioni che mi spingono a intraprendere un viaggio, questa non rientrerebbe in classifica nemmeno per sbaglio, nemmeno se ci fosse una lotteria. 
ma quella che si sposava è un’amica speciale.
questa amica ha il nome più bello che io conosca: si chiama anna.
“anna” mi piace perché è nome di donna palindromo che vuol dire che lo puoi leggere in avanti e in indietro e il contenuto non cambia.
anna è onda che va e che viene, sempre identica a se stessa, rassicurante.
an-na. an-na.
anna per me è nome bianco d’amore di giglio.
anna non muta mai, anna è nome che non ti imbroglia, che non dice bugie.
questa anna (che per me è annetta) è un’amica speciale perché ha vissuto un po’ con me nella mia vecchia casina al quinto piano senza ascensore. abbiamo vissuto insieme qualche tempo in un momento in cui lei era molto stanca e aveva bisogno di lasciar riposare i pensieri. sembrava un uccellino spennacchiato, in quel periodo, sembrava dovesse sbriciolarsi da un momento all’altro. e invece.
invece anna si è rivelata quercia riuscendo a mantenere la delicatezza del giglio. anna ha una forza che non ti aspetteresti in quella donna minuscola dagli occhi sempre sorpresi. anna a me piace tanto e, sopra ogni cosa, di lei mi piacciono il sorriso e la risata che sembra tipo il verso del maiale quando lo stanno per fare secco e ha paura. detta così sembra una cosa brutta ma, visto che si tratta di una risata, in realtà è una cosa simpatica.
insomma, la mia amica dal nome candido e la risata da porco oggi si sposava e io sono andata al suo matrimonio.
ho scoperto che non è molto divertente andare da soli a un matrimonio se non conosci nessuno. puoi anche vestirti un po’ da combattimento, mettere in evidenza quello che di sodo ti resta nella speranza di rimorchiare qualcuno (ma chi poi? un altro disperato come te), ma devi comunque investire energie nell’impresa e io al momento non ne dispongo. 
ciò nonostante, a chiesa piena, eseguo un’accurata scansione della fauna presente realizzando, prima del termine della lettura del vangelo, che nessuno si salva: scartati per principio i parrocchietti del coro, rimane una cricca di anziani con deambulatore e/o protesi di varia natura. in alternativa, giovinetti veramente TROPPO giovinetti, giovinetti che sarebbero tali anche per la mia amica mirna a cui, si sa, piace la carne fresca.
congratulandomi con me stessa decido pure di rinunciare a provarci col parroco (o aiuto parroco, non so bene i gradi: quello dei giovani insomma) pur mancando un soggetto simile alla mia lista di amori destinati a esplodermi tra le mani.
“non osi l’uomo separare ciò che dio ha unito”: magoni, lacrimucce, glooo-rri-aaaa!!! glo-clap-clap-riiiiiiii-clap-aaa-clap-clap-clap!!! ( mai sentita una versione del gloria come questa: gli scout ci hanno il cattosound nel sangue, ammettiamolo).
ore 16.30, la messa è finita, andate in pace, nel nome di cristo, alleluuuuu-jaaa, alleeee-luuuuuu-jaaaaa. esco, mi fumo una sigaretta, poi un’altra, abbraccio la sposa che non è più un uccellino spennacchiato ma è cigno bellissimo e bianco, mi commuovo, realizzo che ho fatto bene a venire ma anche che le ore che seguiranno saranno un tormento.

fa freddo
pioviggina un preludio di tempesta
e io
sono
completamente
sola
a un matrimonio.

- “Meglio esseRRRe in due che uno solo, peRRRché due hanno un miglioRRR compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadeRRRe, l’uno RRRialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo RRRialzi. InoltRRRe, se due doRRRmono insieme, si possono RRRiscaldaRRRe, ma uno solo come fa a RRRiscaldaRRRsi?” Qoelet 4, 9-12.

non avrei mai pensato che quella RRR moscia potesse un giorno riempirmi di gioia.

- arrigo!
- così paRRRRebbe.
- sono contenta di vederti!
- l’altRRRa volta pensavi a come eliminaRRRmi.
- hai ragione.
- ci pensi ancoRRRa?
- meno spesso di prima.
- mh. ti sono mancato?
- meno di quanto desidereresti.
- mh. ma adesso sei un po’ contenta che sono qui?
- molto più di quanto puoi immaginare. 
- io non immagino niente, sono gi altri a immaginare per me.
- giusto, dimenticavo. senti, io qui mi sono già rotta, ho una fame bestiale e sta per arrivare il diluvio universale: leviamo le tende?
- “Ecco, io sto per faRRR veniRRRe il diluvio delle acque sulla teRRRRa, per distRRRuggeRRRe sotto il cielo ogni esseRRRe in cui è alito di vita; tutto quello che è sulla teRRRRa peRRRiRRRà. Ma io stabiliRRRò il mio patto con te; tu entRRRerai nell'aRRRca: tu e i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli con te. Di tutto ciò che vive, di ogni esseRRRe vivente, fanne entRRRaRRRe nell'aRRRca due di ogni specie, peRRR conseRRRvarli in vita con te; e siano maschio e femmina. Degli uccelli secondo le loRRRo specie, del bestiame secondo le sue specie e di tutti i RRRettili della teRRRRa secondo le loro specie, due di ogni specie veRRRRanno a te, peRRRché tu li conseRRRvi in vita. Tu pRRRenditi ogni soRRRta di cibo che si mangia e fattene pRRRovvista, peRRRché seRRRva di nutRRRimento a te e a loRRRo”.
-  ecco, perfetto, è scritto pure nella bibbia, vedi? prima che, affamata, io muoia per uno shock anafilattico da coppia felice, direi di fermarci a prendere qualcosa al chiosco all’angolo e sparire. ti va?
-  sì. poi posso RRRaccontaRRRti dell’apocalisse?
-  direi che sarebbe più in linea col mio umore, sì.
ci allontaniamo rapidi, breve sosta dal paninaro all’incrocio poi subito in macchina con sacchetti pesanti e odorosi di salamelle. attacco il satellitare e  al primo incrocio inizio a imprecare contro la tomtomtroia, la voce irritante che mi indica strade che io puntualmente ignoro convinta di avere un senso dell’orientamento migliore del suo. continuando a ignorare la troia tomtom, ci ritroviamo tra i campi in zona gratosoglio. io non so in che zona di milano sia il gratosoglio, so solo che è lontanissimo da casa mia. e da oggi so anche che, se mi ritrovo lì, non so come ritornarci, a casa.
sono completamente spersa, ho strappato la troia dal vetro dieci chilometri fa e non vedo più la strada a causa della pioggia. prima di sbroccare completamente accosto, abbasso il sedile e chiudo gli occhi.
penso ad anna, bellissima sposa sotto la pioggia fine.
penso a me sola al matrimonio. io non soffro la solitudine, sono una persona socievole che attacca bottone anche coi sassi, ma mi piace stare da sola. eppure questa volta, essere lì, in quell’occasione così speciale, da sola, mi ha fatto sentire veramente sola. sola spaiata, ecco.
- è bello il RRRumoRRRe della pioggia, veRRRo?
- è bellissimo, sì.
il cielo si è finalmente spaccato e sta sfogando l’ultimo temporale estivo. goccioloni grassi rimbalzano sul tetto della macchina e sulla carrozzeria. dai vetri non si vede nulla, sembra di stare sotto una cascata, sembra di stare sotto il mare. richiudo gli occhi.
penso ad anna, che si è sposata con il suo collega tanto carino che le portava l’acqua in casa, su al quinto piano senza ascensore. io glielo dicevo ad anna che secondo me era innamorato di lei, che solo uno innamorato di te, o l’omino che consegna la levissima col camion, ti porta su le casse d’acqua al quinto piano. ma lei niente, non ci credeva.
penso al nome anna, che per me è magico, che per me è tante cose tutte di amore e sincerità, ché anna è un nome sincero e quando chiami le cose con quel nome le rendi pure.
penso a tutta quest’acqua, che se non smette di cadere facciamo la fine di noè e mi immagino con arrigo a galleggiare a bordo della matiz di mia madre.
penso a …
-“tu prenditi ogni sorta di cibo che si mangia e fattene provvista, perché serva di nutrimento a te e a loro” .“a LORO”, cocca, non “a lui”, l’ha detto il nano qui davanti. L O R O: plurale, ciccia, due. fuori la sarsizza, che non si pensi di escludermi. e guai a chi sparpaglia briciole in giro: odio leccare i tappetini sintetici.

non apro gli occhi: so già.
in un odore di salamella alla griglia, alle cinque e mezza di domenica, tre giorni prima del mio rientro al lavoro, le mie vacanze hanno fine.
fuori, solo pioggia. e il gratosoglio, che non so neanche dov’è, ma è lontano.

4 commenti:

  1. non vedo l'ora di raccontare alla mia mamma anna le belle cose che hai scritto sul suo nome...

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  2. e salutamela, la mamma anna, salutamela tanto :)

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  3. grazie Sara! questo racconto mi ha commossa! non avevo mai provato la gioia di un racconto dedicato...e poi è sul mio matrimonio! e sul mio nome..non l'avevo mai pensato sotto questo punto di vista!!! mi dispiace conoscere i tuoi sentimenti di solitudine in quel giorno..ma sono contenta che tu ci sia stata, è il più bel regalo che potessi farmi dopo avermi aperto la porta di casa tua! conservo ancora quel portachiavi!
    un abbraccio grande!
    Annetta

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  4. sono contenta che ti sia piaciuto!
    essere presente al tuo matrimonio è stato un regalo anche per me, davvero.
    però adesso devi continuare a leggere la serie di dFAM per conoscere aRRRigo e ivano, ci tengo!
    un abbraccio,
    sà.

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