mercoledì 27 ottobre 2010

acquaticamente

è una settimana che ho nella testa tre polaroid mentali in movimento, tre cortometraggi. sono tre immagini che non mi so spiegare, ma che sento profondamente legate tra loro.
il senso non lo capisco ancora, ma forse, a raccontarle, lo troverò. 

nella prima c’è una folaga, una di quelle anatrine nere con la mascherina bianca, che si immerge nel canale davanti a casa mia e poi sotto l’acqua nuota e io dal ponte vedo dove va perché seguo come pollicino le bolle picolissime che salgono in superficie. ogni volta che si immerge io conto quanti secondi rimane sott’acqua: ventidue…quattordici…trentotto…quarantasette…

nell’altra c’è carla a undici anni, dodici forse,
solo il viso di carla ai bagni di saturnia, in una pozza,
solo il bianco intorno a quel viso rotondo
sotto l’acqua
gli occhi chiusi
sereni come non li ho mai visti
labbra carnose
i capelli neri di medusa sparsi
bollicine-perline sul naso peruviano
carla che sta sotto l’acqua e mi dice di contare
e rimane immobile un minuto e cinquantadue
io che mi spavento
che penso non respiri più
l’afferro per i capelli e la tiro fuori di colpo
carla che spalanca gli occhi e sputa
e mi chiede se sono diventata matta
spruzzi dappertutto, tosse,
no carla, è che credevo fossi morta
sono un’educatrice ansiosa, io.

poi nell’ultima scena ci sono io.
io che pedalo in bicicletta e sembro normale, come le altre persone, ma se mi guardi in controluce ti accorgi che sono tutta di acqua dentro, piena di pesci e di coralli e di alghe, tutta di acqua anche nella bocca e negli occhi.
vivo in immersione al contrario io, in immersione nel mondo di aria, fingo una vita tuttapposto, ma sto in apnea nel mondo di aria, che qui è tutto un fare finta, tutto un cercare di non pensare a quell’acqua che ho dentro, a quei pesci e a quei colori perché fa male.

io a volte mi chiedo
se alle papere manca mai il respiro
e se carla respirava meglio senza fiato nella pozza o sopra ai sassi bianchi di saturnia
io a volte ci penso e me lo chiedo
perchè per me la risposta non è così scontata
perchè a me l’aria mi manca
mi manca l'aria nell’aria
no, anzi,
a me mi manca l’acqua nell’aria,
tutti i giorni,
pur avendocela dentro.

8 commenti:

  1. Non si vive senz'acqua, è la cosa più bella che ci potessero donare, dopo il sole. L'acqua può alleggerire ogni pesantezza, del corpo e dell'anima. Spero tu riesca a trovarne di limpida.

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  2. ..esatto condivido quello che dice Francesca...perchè ho sperimentato su di me..l'acqua mi allegerisce ...l'acqua mi calma..l'anima...l'acqua che è miracolosa sulle mie gambe doloranti quando non dormo per giorni e giorni.....vorrei tanto capire quest'acqua che ti spaventa che non ti fa respirare ...per poterti aiutare.......quest'acqua quest'acqua che temi.......cosa sarà!!!

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  3. non temo l'acqua. o meglio, sì, nella realtà ho paura dell'acqua fonda. ma non la temo dentro di me, ne sento la mancanza. non lo so spiegare, vabè.

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  4. Eh! Si! Cara,
    è bellissimo!
    mi manca l'acqua nell'aria...solo tu veramente.
    È vero è tutto così artefatto. tu futtatinni e con gli altri, per come dici, starai in apnea,
    e poi prendi respiro li dove sai nel profondo del mare dove si pescano le paroline bianche tutte tonde...
    c
    h
    e

    s
    c
    e
    n
    d
    o
    n
    o
    .
    .
    .
    lontano dagli altri. e sai che loro così tonde ti daranno un senso, anche se... meravigliosamente... fantastico... per il modo dell'aria

    tu, ppi mia, menu mali ca si accussì...

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  5. "tu, ppi mia, menu mali ca si accussì": eheh, dici così solo perché non mi conosci! però è bello sentirselo dire, grazie :)

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  6. non smettere di cercarla, il risultato vale lo sforzo! in culo alla balena... ;)

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. c'è anche chi sostiene che, in fondo, ciò che conta non sia la meta ma il viaggio, perciò non mi resta che nuotare :)

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