martedì 12 ottobre 2010

cara sara ti spero bene

"Segrate, 9/10/10

Carissima Sara,
Qui a Segrate oggi e una bellissima giornata nonostante l'autunno alle porte e a me è venuta la voglia di scriverti questa semplice letterina io stò abbastanza bene nonostante il cuore qualche volta è un pò irrequieto ma io con le medicine lo tengo calmo ma è tutta colpa degli anni che sono troppi però cerco di tenermi in forma e in movimento ogni mattina vado a fare quattro passi e anche un pò di spesa e quando sono in casa e rilassata faccio le borse che ne ho già una decina tutte diverse una dall'altra, poi anche le presine che ne ho già una ventina e Isabella che mi ha scritto un paio di volte ha detto di mandarle che sua mamma le vende (non sò, forse avrà un negozio) e Lorenzo tanto carino mi ha detto che quando ho tutto pronto porta lui la merce in Bergamasca.
Cara Sara ti spero bene e anche il lavoro non manchi e sia di tuo gradimento poi tu ci sai fare hai un bellissimo carattere e sò che ti fai volere bene conta molto anche la diplomazia.
Ora cara Sara non vorrei averti annoiata ti mando un grosso abbraccio e un bacione 

(a presto) nonna Lina"


e ho fatto come Amélie, quella del film del mondo favoloso, e mi sono sciolta in un catino di lacrime sul parquet. perché una lettera della nonna dopo nove ore passate a far ravioli al lavoro, una letterina trovata sul pavimento (perchè il postino la posta la infila dalla fessuretta nella porta e quindi poi cade tutta quanta per terra), una busta che la apri e ne viene fuori un foglio di quaderno ad anelli, piccolo ,a  righe di quarta, coi margini, tutto riempito di una scrittura a ricciolini, inclinata verso destra che vuol dire spinta in avanti, verso il futuro, una cosa così è una cosa che prima ti illumina e ti fa felice ,ma che poi, quando arrivi alla fine e leggi "cara sara ti spero bene", ti si incastra come un pugno in gola e puoi solo sentirti tanto piccola e avere voglia di avercela vicino la tua nonna, ma come allora, quando la guardavi dal basso verso l'alto e ti sembrava altissima, quando ti insegnava a piegare i cappelletti e a cucinare le frittelle di mele facendo attenzione a non grattare il bianco della scorza del limone che se no prende l'amaro.
e invece sei grande e stai lontana migliaia di chilometri, ogni volta pensi che le scriverai e poi non lo fai mai e, quando lo fai, scrivi banalità perché non riesci a comunicare con lei come vorresti.
non riesci a chiederle bene da dove vengono le paroline per fare le storie, non riesce a spiegartelo, lei, lei solo ti dice che era il papà vecchio a raccontarne sempre di nuove, tutte diverse.
e allora tu immagini inverni rigidi sull'appennino e bambini nella stalla tutti intorno al papà vecchio a sentire storie e tu ti vedi là, una di quei bambini, ma non senti, non riesci a sentire cosa racconta, come lo racconta, che sei troppo lontana, che davanti ci sono tutti gli altri e a te ti hanno lasciata indietro.
pensi alla nonna, pensi alla montagna, pensi che domani le scriverai una bella letterina ma dentro di te sai già che non lo farai ma a questo, ovviamente, preferisci non pensare.

3 commenti:

  1. oh mio dio, dopo tutte quelle oche non pensavo che un tuo post avrebbe potuto mai commuovermi... Emozionarsi davanti a cose belle ma intrise di nostalgie e mille altri sentimenti contrastanti mi lascia ogni volta basita. Ma è con questa voce che la vita ci parla, è bello essere vivi.

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  2. tiè, t'ho fregata, alla faccia delle stronzate che scrivo! :P

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  3. ..ciao nonna Lina...le cose semplici...riesco a vederti ..mentre fai le tue borse......buona giornata ...un bacio SaR

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se accedi come anonimo perché non sei utente google e blablabla, mi piacerebbe che ti firmassi almeno con uno pseudonimo, così rispondendoti potrò rivolgermi a te in modo meno impersonale. ciao e grazie per il tuo commento!