lunedì 5 luglio 2010

mi hanno scambiato la spina dorsale

devono di nuovo aver scambiato la mia spina dorsale con quella di un brontosauro, il mio scheletro pesa ora tonnellate.
fuori, per contro, ho pelle di fantasma, una placenta rinsecchita. una pelle fina fina come quella carta fina che usava una volta il mio macellaio, il signor cesare: una carta poco più che velina, una pellecarta che impacchetta ossa mischiate di mammuth o stegosauro o triceratopo, non so bene.
alzarsi dal letto con quella pelle fina con dentro quelle ossa che son come dei massi, è una fatica da non dirsi, è subire un'ingiustizia, e ti senti pure un poco perculata, che imprese così non le si affronta senza un preavviso, anche di poco. tutto il giorno è uno sbandare, una nausea e una vertigine fino a sera, che non vedi l'ora di ficcarti a letto e metterti a dormire pur sapendo che domani sei da capo.
mi ci vorrebbe un sarto delle ossa, una mano sicura, che mi riprendesse le misure per benino e mi mettesse tutta a nuovo, uno splendore.
poi, vestita di ossicina giuste e di pelle appena appena, di vertebre azzeccate e di pesi calibrati, io sarei donna di ali sottili-uccello, donna leggerissima ed equilibrata.
chissà come sarei tutta leggera ed equilibrata, tutta di ali di uccello. chissà quante cose potrei vedere volando su su con quelle alucce di rondinina.
sarei una cosa nuova, una cosa che forse non son io.
una cosa che forse non son capace.

e allora non m'arrischio e sto così: un po' brontosaura, un po' brontoloSara.


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