giovedì 29 luglio 2010

magia piccola per dormire

a volte mi capita che qualche mio amico mi chiami e mi dica: sara, ti prego, fammi dormire. sara, per favore, raccontami qualcosa, raccontami una storia.

io, quando mi dicono così, mi agito un po’. sì, beh, chi mi conosce sa che io mi agito sempre per tutto: suonano alla porta, mi agito; esce una comanda, mi agito; devono arrivare degli amici per cena? mi agito; piove? mi agito; c’è il sole? mi agito. non importa il perché, normalmente sono situazioni che non dovrebbero implicare strss, ma io mi agito comunque, sempre, sono agitevole di natura, non ci posso fare nulla, credo, ho preso dalla mia mamma.

quando gli amici mi chiedono di raccontar loro una storia mi agito perché credo sempre di non sapere cosa raccontare. in una situazione normale rifiuterei, invece in quei casi penso a quanto devono essere grandi e profonde la stanchezza, la fatica, la tristezza e il bisogno di coccole, perché degli adulti grandi e vaccinati si riducano, magari nel cuore della notte, a mandare sms o a fare chiamate internazionali al cellulare per chiedere come bambini una storia per poter dormire.

io li penso grandi ma piccoli, piccoli che cercano riposo e pace, e allora chiudo gli occhi di pelle e apro quelli della mente, dentro.

e lì vedo tutti i mondi di pesci e di animali, tutti mondi di luce e di buio, di conchiglie profonde come caverne e di praterie tutte di secchezza viste dall’alto, da sopra un’oca, un airone, una cicogna. vedo che sono tutta di acqua e faccio rumore della pioggia e prendo gli amici e li porto con me. dico all’ amico: vieni, vieni a sentire il rumore della pioggia.

io sono tutta di pioggia, tutto rumore di pioggia, fresco. lui di solito dice: sì ti seguo, e io divento gigantissima tutta di pioggia. lui entra dentro di me piccolo, come in una cascata. dentro è pieno di donne tutte nude come in un hammam, tutte calde e bagnate. lo prendono e lo immergono in una vasca di acqua calda e lo strigliano. poi da lì sprofonda giù nel mare. sempre nel mare si finisce e lì, o si muore, o si dorme. io chiamo tutti i pesci piccoli che fanno i cerchi, chiamo tutti capodogli a fare una danza, chiamo i pesci con la faccia brutta e quelli coi colori più accesi. tutti li chiamo e loro arrivano, sempre, mai mi lasciano sola. arrivano intorno a me e io con loro faccio tutta una culla di pesci, pesci che ti cantano la ninna nanna, pesci che ti proteggono e tu non hai più pensieri e ansie e fatiche, che io tutte le metto in un forziere in fondo all’abisso e poi lo chiudo e mangio la chiave. tu rimani tutto coccolato dai pesci, tu non devi pensare a niente ché sotto l’acqua puoi respirare tranquillo e io ti faccio dormire lungo e profondo.

sempre nel mare si finisce e lì, o si muore, o si dorme.

io sempre ti faccio dormire, ma lì sotto, io un po’ ci muoio, ma poco.


3 commenti:

  1. davvero un peccato....dovresti avere una rubrica tutta tua su qualche rivista o giornale importante. Quando ti leggo, mi viene spontaneo immaginare che sia così.
    Se ne avessi la facoltà avrei dunque già fatto qualcosa affinchè ciò potesse accadere...ahimè posso solo vantarmi d'essere una dei pochi eletti.
    Quando qualcuno mi lusinga anche in modo imbarazzante per le mie doti specifiche solitamente penso che sia pazzo e mi vien dfficile di conseguenza mostrare la gratitudine che si converrebbe avere. Di contro mi si mette sempre di fronte ad un dovere e cioè quello di "regalare"ciò che sono agli altri, di cercare tali occasioni o di non farmele sfuggire quano mi si presentano; senza sentirmi però in competizione con qualcuno o qualcosa. Sono solo io, nel bene e nel male, con i miei difetti e i miei pregi che cercano continuamente di trovare quell'equilibrio che sappia giustificare la loro compresenza.
    Per cui nell'esigenza timida e insicura di esternare me stessa(vuoi con la danza, o con la scrittura o musica o con le arti grafiche in generale)come un DIRITTO regalatomi quando sono venuta al mondo,trova pesantemente luogo il DOVERE di farlo come fosse il regalo con cui, nel mio piccolo, ringrazio per il fatto di essere viva.
    Non si è sempre contenti di ciò che si è. Ma al mondo non esiste creatura vivente che non abbia fatto qualche "errore di sbaglio", eh eh ...però è questo il gioco a cui ci viene richiesto di partecipare: cercare continuamente noi stessi ed ESSERCI, PRESENTARCI, mostrare le carte che di volta in volta la vita ci presenta con coraggio, e che cazzo!
    Tutta sta frantumaglia di parole per dirti che secondo "di" me...appena riterrai maturo il tempo...e sempre secondo"di" me lo è già...DOVRAI sederti al tavolo con tutti gli altri giocatori e mostrare le tue carte.
    Forse lo stai facendo e non ne sono al corrente di conseguenza perdonerai il mio sfogo affettuoso e contemporaneamente riconoscente per ciò che mi è permesso condividere :D

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  2. mamma mia, giorgia...hai proprio deciso di farmi venire i magoni! ti prometto che penserò a quello che mi hai detto. grazie, davvero.

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  3. :D eh eh...ma non pensarci troppo....FALLO e BASTA ;)

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