lunedì 26 luglio 2010

in questi giorni, l’ho detto, sono sempre stanca, dormo troppo poco. siccome ho sempre sonno, sono anche più distratta e così ieri, per questo, mi sono affettata un dito al lavoro. un bel pezzetto di pollice se n’è fuggito via: dove, esattamente, non lo so (ma comunque non stavo cucinando niente di vegetariano, per cui non è un gran problema). era una fettina finafina di pollice, tipo salame milano in vaschetta all’esselunga. era lì, dove adesso c’è una specie di occhio rossato che mi fissa.
io e il mio dito dimagrito ci guardiamo e io mi chiedo: ma ora che mi manca un pezzetto, soffrirò un po’ meno il mal d’ammòre? cioè, la quantità di mal d’ammòre che stava su quel tocchetto di pollice se n’è andata con quella striscetta di carnina oppure è saltata dal pollice all’indice, appesantendo tutto il resto del mio corpo? o, effettivamente, mezzo centimetro quadrato di me, fa anche mezzo centimetro quadrato di sofferenza in meno?
io dico che è così, l’ultima che ho detto, perché quella parte lì di me adesso non può più provar dolore: non c’è più.
ma se è davvero come penso, io domani chiedo a davide-sensei-chef di passarmi all’affettatrice e di farmi tutta a fettine finifini e sottili, come salame milano, che così poi magari, nella vaschetta del reparto frigo dell’esselunga, riesco pure a riposare.

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- sono 64 chili e mezzo. che faccio? lascio?

1 commento:

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