venerdì 18 giugno 2010

cose di raccontare

a volte aspetto tutto il giorno che mi venga in mente la cosa giusta da scrivere.
penso e ripenso e arrivo a sera che ho solo un disordine di paroline in giro sparpagliate che non si fanno prendere e sguillano via, sguizzano come serpenti sotto le assi del pavimento, tra le crepe del muro, scappano e si nascondono nei cassetti, sotto le unghie.
io le guardo fuggire e mi viene rabbia e tristezza e sento tutta la stanchezza e penso che vorrei solo essere accarezzata di parole (e disegnini, anche).
a me non piace quando la serata finisce così, io vorrei sempre avere una storia da raccontare (ma anche da farmi raccontare), e invece no, a volte finisce che pianto la testa sul tavolo e mi addormento così, senza carezze, né di mano, né di voce, né di pennarello nero a punta fine.
serate così sono serate davvero da mettere il muso, serate che piuttosto è meglio guardare il curling alla tele e addormentarsi sul divano.
purtroppamente però, non ci ho né la tele né il divano, purtroppamente.

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