lunedì 21 giugno 2010

la ruspa

io tutti i giorni devo scrivere qualcosa, è così che mi ha suggerito quella persona che chiama magie quello che vedo prima di addormentarmi.
tutti i giorni devo scrivere qualcosa, come una disciplina.
dice che ci vuole la ruspa, che tu fai fai e poi la mano si sfina, si fa più morbida e le paroline escono più facilmente dalle dita.
è vero, è proprio così, l'ho sperimentato.
fa niente se quello che esce ti sembra brutto, se è brutto. tu vai di ruspa, tutti i giorni, e vedrai che migliori.
e io, che mi fido di quella persona, ci provo e scrivo, scrivo ogni giorno.
poi però magari mi capita che quello che scrivo non è come vorrei e allora lo lascio lì a riposare. quello che ho scritto oggi, ad esempio, non ha il finale giusto, con le paroline inanellate come dico io, a far la musica che piace a me.
e quindi? quindi l'ho lasciato da parte tra le bozze, in attesa del finale che gli spetta.
ora ho un raccontino lì come su un letto in un corridoio di ospedale. è una brutta situazione. ce ne sono un sacco di raccontini così, ideuzze abbandonate al largo o sul ciglio della strada. sono raccontini tristi che ti guardano come cani nel canile, aspettano di essere scelti, aspettano il finale meritato.
a volte non li riguardo nemmeno più, che mi dà pena metterci le mani sopra per poi magari mollarli nuovamente lì.
insomma, questa tiritera un po' noiosa era solo per spiegarvi che qualche volta la ruspa si inceppa e la giornata finisce così, senza storie da raccontare, e a me questa cosa, di andare a letto senza parole raccontate, mi dispiace sempre un po'.

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