prima pioveva.
è scoppiato un temporale fortissimo, di quelli estivi, di quelli che ti restituiscono tutti gli odori che il sole si mangia.
una pioggia improvvisa e grassa, che ha fatto alzare joop dalla sedia e scappare il suo gatto tigrato.
appena ho visto che iniziava a piovere da temporale ho aperto la finestra.
ho guardato joop, lui mi ha sorriso in un modo struggente e mi ha fatto ciao con un movimento contemporaneo delle mani, un movimento curioso, dal basso verso l'alto, un prendere a sè, un abbraccio.
ho scattato alcune foto alle nostre bici sotto l'acqua che rimbalza.
a me il temporale piace, mia nonna da piccola mi ha insegnato a non avere paura dei tuoni. adesso, se ascolto la pioggia tra gli alberi, sul tetto, e il cielo che romba mi si squaglia qualcosa dentro, come un pianto.
vicino a joop sta un ragazzo biondo con lo zaino e le mani ficcate nelle tasche. guardano entrambi la pioggia che cade. il ragazzo deve entrare in casa, la porta è già aperta, ma sia lui che joop preferiscono star fuori a guardare questo temporale di inizio estate. mi sembra una cosa bella, di quelle che a milano, nel continuo correre, non ti capita di vedere: due uomini, uno giovane e uno vecchio, che stanno davanti alla porta aperta delle rispettive case a guardare la pioggia che cade. e a far commenti su come crescono le rose e l'insalata.
io appoggio la testa sulle braccia incrociate sul davanzalino. ascolto la pioggia che lava via tutto e mi calma. chiudo gli occhi e penso a un'immagine che ho visto l'altra notte: una bocca di lupo che mi leccava nella bocca, a lungo, come un bacio. ricordo distintamente il freddo bagnato del naso dell'animale e delle parti nere intorno alla bocca. ricordo che un po' ho pianto, ma in quel solito modo che mi prende quando vado in quei luoghi.
il ragazzo mi guarda. non vuole che me ne accorga ma ormai è troppo tardi. si sposta anche un po' per vedermi meglio, perché ha un ramo davanti che gli copre la visuale. la trovo una cosa buffa. è molto più giovane di me, non si è accorto che sta guardando una vecchia. mi viene un po' da sorridere, in fondo mi fa piacere.
metto il vaso del basilico sul tavolino fuori, dopo poco si sprigiona un profumo intensissimo. il ragazzo continua a guardarmi, ma non lo fa volgarmente, ma come se non riuscisse a trattenersi.
un pappagallo distrae tutti col suo grido; da dove sono seduta riesco a vederlo: fa una movimento rapido con la coda come un ventaglio che si apre e si chiude di colpo e sparisce in un lampo tra le foglie della betulla.
il ragazzo mi guarda di nuovo.
mi squilla il cellulare, mi allontano dalla finestra per andare a rispondere.
fuori arriva un vicino e inizia a parlare con il ragazzo.
joop si guarda intorno.
quando torno, joop e il ragazzo sono rientrati.
anna e la mia bici sgocciolano zuppe.
ha smesso di piovere.
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